Giselide fissò Cavaliere25 e scoppiò in lacrime.
"Perdonatemi, messere..." disse tra le lacrime "... sono stata una sciocca... e vi ho messo in pericolo... dirò a mio padre che è soltanto colpa mia, ve lo giuro..."
Prese poi la parola il Cavaliere Verde e cominciò a rivolgersi a Gaynor:
"Milady, nessuno qui vuole costringervi a restare! Siete libera di andare! Noi qui, come detto, siamo agli ordini di sua grazia il vescovo ed il nostro scopo è quello di catturare gli adepti di questa misteriosa setta e cancellare ogni traccia del loro folle e diabolico credo! E questo viene prima di ogni altra cosa!"
"Milady..." intervenne Guisgard, dopo averla fissata a lungo "... mi rendo conto di ciò che avete passato in questo luogo... Cartignone è caduta in incubo dal quale non si è ancora risvegliata... ora voglio correre al palazzo reale affinchè chi è ancora vittima di questo orrore non ne resti imprigionato per sempre... e solo allora potrò lasciare finalmente questi luoghi... in cerca di quella serenità che rincorro da tempo ormai..."
Le sorrise e con la mano asciugò i segni che le lacrime avevano lasciato sul suo splendido viso.
"Non piangete, milady..." aggiunse mentre una malinconica scia attraversava il suo sguardo "... niente qui merita le vostre lacrime... io meno di tutto..."
"Siete qui, milady..." disse Guisgard raggiungendola "... il gran ballo è cominciato e mi chiedevo dove foste finita..."
Carry fissava uno dei ritratti alla parete e non si voltava verso di lui.
"Milady, cosa avete?" Chiese il cavaliere.
"Vi prego, lasciatemi sola..." rispose la marchesa "... tornate alla festa... immagino siate atteso..."
"Non comprendo, milady..."
"Lady Blair non ha fatto altro che attirare la vostra attenzione... e voi sembravate molto affascinato da lei... che sciocca!" Esclamò poi stizzita. "Avrei dovuto credere a ciò che dicevano su di voi!"
"Su di me dicono spesso molte cose, milady..."
"Siete un donnaiolo!" Voltandosi e fissandolo. "E quelli come voi sono della peggior specie! Siete insensibili all'amore! Vi odio!"
Luminose lacrime d'argento scendavano dai suoi meravigliosi occhi verdi, quasi accarezzando il rosato colorito che animava quel volto dai lineamenti perfetti.
"Non piangete, milady..." disse il cavaliere asciugando le sue lacrime "... non merito le vostre lacrime..."
"Vi odio..." sospirò lei.
"Milady..."
"Vi odio..."
Allora lui la strinse a se, baciandola con passione, mentre la musica che animava il gran ballo si diffondeva, come la più dolce delle melodie, per tutto il palazzo.
Guisgard sorrise di nuovo a Gaynor.
E quando uno dei cavalieri gli fece cenno di seguirlo per affidargli il cavallo più veloce, gli si fece innanzi Morven.
"Amico mio..." rispose Guisgard alle sue parole "... i cavalieri come voi li ho veduti solo nei romanzi o nelle ballate che udivo da piccolo dai bardi... siete un animo puro e combattere al vostro fianco sarebbe un onore..." lo fissò per qualche istante ed aggiunse "... ora però anche il tempo sembra esserci avverso... se esitassi ancora, rischierei di veder compiuto il piano di questi demoni. Partirò adesso per Cartignone e voi mi raggiungerete appena avrete ritrovato la vostra spada... vi lascio il mio giullare. Egli saprà aiutarvi."
Seguì allora il cavaliere che gli faceva strada e giunto sulla soglia del cunicolo che conduceva fuori, voltandosi, aggiunse:
"Se sarò ancora vivo vi attenderò a Cartignone, amico mio, dove mi porterete il vostro aiuto."
Poco dopo partì alla volta di Cartignone.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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