Cittadino di Camelot
Registrazione: 28-11-2010
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Il sole. Il sole, accecante, caldo, il sole che dà vita e che rende tutto luminoso. Il sole che per troppo tempo era stato negato alla sua vista e alla sua pelle. Appena i suoi occhi si furono abituati alla luce, Gaynor cominciò a correree a chiamare la sua cavalla a gran voce. "Elinor! Elinor, amica mia, dove sei? So che non mi avresti mai abbandonata, so che sei qui!" E proprio in quel momento, Elinor sbucò fuori da una fitta rete di alberi e corse verso la padrona. Il cuore di Gaynor si allargò come improvvisamente imbevuto di un liquido d'amore... la sua Elinor era lì, la sua amica, l'ultimo legame con suo padre...
" Figlia mia, sappiamo entrambi che non mi resta molto da vivere, ma benedico il Signore per ogni minuto che ancora mi concede per poterti stare accanto. E' per questo che voglio farti un regalo che sono sicuro ti piacerà molto, un regalo che ti farà compagnia quando non potrò più fartene io... Vieni con me, è piuttosto ingombrante e non potevo portartelo dentro" il padre di Gaynor le sorrise facendole l'occhiolino "Ecco, guarda lì, e dimmi cosa ne pensi"
Gaynor spalancò gli occhi alla vista di uno stupendo morello, dal pelo corvino e lucido, che era a qualche metro da lei, tenuto da uno stalliere. "Oh papà, ma è splendido! Posso cavalcarlo subito?"
"Certo amore mio, ma dovresti dire che è splendida, è una femmina. Così ora non dovrai più lamentarti di Tristan, dicendo che non ci vai d'accordo perchè è un maschio" e fece seguire una sonora risata alle sue parole.
"Papà, non mi basterebbe un'altra vita per dirti quanto ti voglio bene, anzi, non me ne basterebbero nemmeno altre due!"
Al ricordo del padre, gli occhi di Gaynor si inumidirono e il solito pensiero le attraversò la mente. Papà, mi manchi così tanto... Lo aveva perso un anno dopo che le aveva regalato Elinor, un anno in cui erano stati vicini più che mai. Si riscosse dai suoi pensieri quando Elinor cominciò a strusciare il suo muso contro la sua faccia, gesto che Gaynor ricambiò con un bacio ed una carezza al suo nero mantello. "Andiamo bella, si riparte!" Saltò in sella, un po' impacciata dalla tunica e dal mantello che le aveva dato il Cavaliere Verde. Seguì gli altri al galoppo, cavalcando in silenzio fino a quando giunsero alle mura di Cartignone.
Citazione:
"Signori, giungere fin qui non è stata che la parte più semplice. Ma voi tutti avete sentito dalle labbra di quel vile di Dukey cosa si prepara a Cartignone in questo momento. La città sarà blindata, e quegli eretici avranno di certo provveduto affinchè nessuno potesse guastare loro la festa... e noi siamo i primi nella lista degli ospiti indesiderati, su questo non c'è dubbio! Io, però, ho un piano. La città è in festa, e la notizia di un simile matrimonio, tanto importante per Cartignone e tutte le sue terre, avrà di certo attirato molta gente in città, e richiesto sontuosi preparativi. Lord Frigoros non avrà badato a spese per festeggiare la sua pupilla, e questo fatto gioca a nostro favore... non sarebbe per nulla strano, ad esempio, se una compagnia di musici e saltimbanchi fosse stata invitata in città per rallegrare il banchetto di nozze!"
Si fermò, prese fiato un istante, quindi si rivolse a Iodix.
"Iodix, amico mio... voi siete di certo avvezzo a simili spettacoli e conoscete bene l'arte di recitare... date una sistemata ai vostri vestiti e tornate ad essere il lieto giullare di corte che siete stato un tempo presso il vostro signore"
Poi guardò Goldblum.
"E tu, coraggioso amico... ti chiedo di fingere per il bene di questa causa... gli uomini della tua razza non sono molto noti da queste parti... un nano è una stravaganza che può essere facilmente spacciata come meraviglia, specialmente se conoscete qualche giochetto per intrattenere i presenti.." Rivolse un sorriso gentile a Gaynor, che pure li aveva voluti seguire nonostante le tante avversità. Le prese la mano con cortesia.
"E anche a voi, mia signora, devo chiedere un piccolo sacrificio al vostro decoro... ma una bella danzatrice, un'aggraziata zingarella, sarebbe perfetta per la nostra compagnia di girovaghi... e quanto a me, nonostante preferisca la battaglia e la lotta, quando ero ragazzo sono stato istruito al canto e alla musica dai migliori maestri delle mie terre, e posso farmi passare per un cantore"
A quel punto il suo sguardo cadde su Belven, che lo fissava serio e attento.
"Purtroppo, capitano, di più non posso fare. Portare altri di noi sarebbe una follia, e il vostro viso è fin troppo noto a Cartignone. Dovremo andare solo noi e tentare la sorte, sperando che il nostro inganno riesca, mentre voi dovrete restare qui, pronti ad affrontare qualsiasi evenienza. Ma credetemi, se avremo successo, faremo come quei prodi fecero a Troia, e gli uomini di Guxio malediranno allo stesso modo i Danai e i loro doni!"
Allora, signori... cose ne pensate?"
"Il piano è ottimo, amico mio..." disse Belven dopo aver ascoltato le parole di Morven "... ma dimenticate un particolare importante... come conoscono il mio viso conoscono anche il vostro... quindi se dobbiamo rischiare lo faremo tutti insieme... del resto" aggiunse sorridendo "gli attori hanno il dono di poter impersonare chiunque, no? E noi ci camufferemo a dovere!"
"Si, vi è del buono in quel che voi avete detto,
ma ci manca tutto affinchè il piano sia perfetto!"
Esclamò Iodix.
"Il mio amico giullare ha ragione..." intervenne Goldblum "... per poter sembrare davvero una compagnia di musici e saltimbanchi ci occorrono vestiti e strumenti... dove troveremo queste cose ora?"
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Dopo aver ascoltato i suoi compagni, Gaynor prese parola.
"Morven, sono d'accordo anche io sul fatto che questo piano non può funzionare così come siamo messi. Per trovare abiti e strumenti adatti ci occorre tempo... se anche non volessimo portare strumenti, gli abiti da soli già ci tradirebbero. Voi e il Capitano siete vestiti da cavalieri ed io, con questa orribile tunica e il mantello, non potrei mai passare per una danzatrice. Per una zingara forse, ma la vedo dura." Si rivolse poi all'altro cavaliere. "Capitano - vi chiamo così come si è rivolto a voi Morven perchè non conosco il vostro nome - entrare tutti insieme non vedo come si possa fare... ci saranno di sicuro delle guardie fuori, ci serve un diversivo, altrimenti ci scoprirebbero in men che non si dica." Poi, come presa da un pensiero improvviso, continuò "E se andassimo avanti io e Iodix? Il mio viso lo conosce solo quel verme di Bumin, che adesso si troverà in chiesa, nessun altro mi ha vista. Dopotutto, io sono partita di qui insieme a Iodix e, se anche qualcuno ci ha visti, penseranno che siamo ritornati indietro così come eravamo partiti. Certo, più sporchi, ma dopo un viaggio a cavallo non si ritorna mai indietro immacolati. Possiamo avvicinarci alle guardie e distrarle, che ve ne pare?"
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"Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l'altro s'allontana [...] Se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato."
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