Cittadino di Camelot
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I miei occhi avevano seguito il cavaliere mentre, con un gesto tanto rapido quanto impulsivo, ci aveva raggiunti ai piedi dell’altare. Vidi i soldati sfoderare le spade per bloccarlo e io stavo per correre verso di lui, quando una mano mi trattenne per un braccio... mi voltai di scatto e vidi una donna...
Citazione:
Originalmente inviato da Lady Bethan
"Milady!" disse Bethan, afferrando la sposa per un braccio "Milady, non c'è niente che possiate fare, adesso. Pregate con me, solo la preghiera potrà salvare la persona che più vi è cara!".
"San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia; sii nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del diavolo. Che Dio eserciti su di lui il suo dominio, preghiamo supplichevoli: e tu, o Principe della milizia celeste, col divino potere ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo per perdere le anime. Amen."
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La osservai stupita... non la conoscevo, ne ero certa! Eppure quei suoi occhi mi sorpresero... quegli occhi sembravano conoscermi, sembravano capire. Si dice che quando si incontra uno spirito che ci è affine è la nostra anima che lo riconosce per prima... io non sapevo se ciò era vero, o se era quello il caso, però per qualche ragione le credetti.
E dunque rimasi immobile, ripetendo le parole della donna con voce vagamente tremante e seguendo lo scambio di battute che ne seguì con il cuore in gola...
Ad un tratto, però, Guxio mi afferrò e mi strattonò verso di lui...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Portate via questi due…” ordinò Guxio ai suoi e prendendo Talia con sé.
“Dovrai prima farmi uccidere” ringhiò Guisgard “per portarmi via!"
“Come desideri…” rispose Guxio “… tenetelo fermo e decapitatelo!” Ordinò ai soldati che circondavano il cavaliere.
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“No!” gridai d’impulso, colpendo con tutta la forza che avevo il fianco di Guxio. Probabilmente lo colsi alla sprovvista perché lo sentii lamentarsi appena e allentare la presa... in fretta sfilai la mano e mi allontanai di qualche passo, svicolai poi tra i soldati sorpresi e raggiunsi Guisgard, stringendomi al suo braccio.
E per un attimo rimasi lì, immobile, con gli occhi fissi nei suoi... era tanto tempo che non lo vedevo, mi sembrava passato un secolo da quando lo avevo incontrato per la prima volta... e, in quell’istante, avrei voluto dirgli tante cose. Avrei voluto dirgli quanto mi dispiaceva di averlo tirato in quella brutta storia, quanto mi dispiaceva che per colpa mia la sua vita fosse ora in pericolo, quanto mi dispiaceva di avergli dato dell’arrogante e del presuntuoso quel giorno lontano e di non aver voluto mai ammettere quanto invece lui aveva avuto ragione su di me...
E allo stesso tempo avrei voluto dirgli quanto ero egoisticamente felice che fosse lì, quanto ero stata felice di averlo visto giungere in chiesa... e non solo perché aveva fermato quella cerimonia, non solo perché mi aveva salvata da Bumin... ma felice soltanto ed esclusivamente perché era lì!
Eppure non dissi niente di tutto ciò... lo fissai per un istante infinito, poi mi voltai, raddrizzai la schiena e fronteggiai Guxio e i soldati.
“Temo che tu abbia sbagliato i tuoi calcoli, Guxio...” dissi lentamente, mentre le mie dita, nascoste dai mille veli del mio ricco abito, si stringevano intorno al polso di Guisgard “Vedi... non hai più armi per ricattarmi, ora! Dunque... temo, dovrai ucciderci tutti per raggiungere i tuoi scopi!”
Feci una breve pausa, restando assolutamente immobile... ma i miei occhi si mossero lungo la navata: per prima vidi la donna che mi aveva afferrato il braccio poco prima e di nuovo scrutai i suoi occhi per un istante, con la vaga sensazione che quegli occhi possedessero risposte... e furono i suoi occhi che, per qualche ragione, mi sospinsero a guardare oltre: intorno a lei, nei primi banchi, riconobbi volti di soldati e vari membri della corte di Cartignone, ma poi guardai più indietro e qui finalmente vidi molti volti di gente comune... e mi pareva che altri ne stessero arrivando e premessero per entrare... gente, pensai, che probabilmente era stata richiamata in chiesa dalla voci di un misterioso duello che si stava combattendo all’interno e dalla curiosità per fatti a loro ignoti e inspiegabili...
E allora compresi che forse non tutto era perduto... o, almeno, non in senso assoluto!
Tornai a guardare Guxio e, alzando la voce e scandendo bene le parole in modo che fin sul sagrato mi sentissero, ripresi: “E puoi farlo, certo! Puoi uccidere me, Guisgard... e anche il principe Frigoros! E poi che cosa farai? Puoi aver corrotto Bumin e i suoi cavalieri, puoi aver corrotto gran parte dei soldati e anche tutta la Corte, ma di certo non potrai corrompere tutti... e non potrai uccidere tutta la città! Il popolo di Cartignone verrà a chiederti il conto, Guxio! Tu hai abusato della loro fiducia e della fiducia del loro principe, hai ucciso la loro principessa e decine e decine di giovani donne... e Cartignone non ti perdonerà questo! Se pure, adesso, vincerai su di noi... se pure ci annienterai... ebbene io gioirò ugualmente, perché so che la mia gente non ti permetterà di portare i tuoi piani a compimento! Tu hai offeso Cartignone e Cartignone si ribellerà! Tu sei un folle, Guxio, e quelli come te fanno sempre la fine che meritano!”
Lo osservai ancora per un breve istante, poi formulai anche quell’ultimo pensiero... quella domanda che da tanto, troppo tempo mi bruciava sulla labbra e sul cuore...
“Fosti tu a far sì che mio padre lasciasse Cartignone, vero? Volevi eliminare ogni frangia che fosse ancora fedele al principe e che potesse ostacolarti, non è così? Ma hai fatto male i tuoi conti, perché io sono ancora qui!” inspirai appena e soggiunsi “Che cosa hai fatto a mio padre? Che ne è stato di lui?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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