Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 23-03-2011, 07.04.16   #14
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Melisendra sarà presto famoso
Il risveglio non era stato dei migliori, la nottata insonne era andata anche peggio. Il fastidio di svegliarsi e ascoltare tra le chiacchiere della gente le tristi notizie che giungevano a Camelot poi... un disastro.
Ormai soggiornavo da abbastanza tempo nelle stanze soprastanti la taverna da averne carpito i movimenti. La rassicurante routine della brava gente di Camelot acquietava il mio animo. Inoltre, soggiornare alla taverna mi permetteva di tenere sotto controllo i movimenti dei forestieri e di essere sempre ben informata.
Un languorino mi ricordò che non avevo ancora fatto colazione, nonostante stringessi ancora in mano un pezzetto di pane ai mirtilli. Ma non si trattava di quel tipo di colazione, quello che il mio istinto bramava. Energie. Mi occorrevano energie fresche per contrastare la notte insonne, disseminata da incubi. Sempre lui. Il mio padrone. Il mio antico padrone.
Ma gli incubi finiscono al mattino, invece mi era rimasta addosso la sensazione della preda braccata, potevo sentirlo sempre più vicino. Quel sogno sembrava quasi un avvertimento a smettere di sprecare i giorni indugiando nell'ozio, nelle stanze azzurre sopra la taverna, giocando come un gatto pigro con i miei occasionali e inconsapevoli donatori di energie... era giunto il momento di organizzarmi. Ci voleva un piano.
Ma prima la colazione... mi spazzolai via le briciole dal grembo, lisciando i morbidi veli impalpabili, aggiustai il corsetto di cuoio e mi accinsi ad avvicinarmi a un gruppo di guardie sedute a fare bisboccia durante la pausa del turno di sorveglianza delle mura. Un paio di parole, un sottile incantesimo e un rapido contatto della mia mano sul polso di qualcuno di loro... mi sarei sentita in forze.
Nel frattempo, una donna che chiamavano Morrigan si era seduta al bancone, avevo avuto modo di notarla nei giorni precedenti. Niente a che vedere con le dame intente ai ricami, una spada al fianco e una sottile e antica energia magica che si diffondeva nella stanza ancora prima che entrasse. La fauna di Camelot poteva essere davvero affascinante, un crogiolo di umanità e magiche entità davvero particolare!
Passando in mezzo ai tavoli della taverna mi parve di comprendere che il motivo del fitto chiacchiereccio fossero certi guai in cui versava un certo feudo, il ducato di Capomazda. Si vociferava, inoltre, di un cavaliere misterioso, dall'armatura inscalfibile, che portava un gufo nero sullo stendardo. E fu proprio quel dettaglio a farmi sussultare. Armeggiando nervosamente con i lacci di cuoio del polsino, mi sedetti su una panca, sopraffatta.
Gufo? Armatura... Oddei! Le Gouf!
La mia mente corse al nostro ultimo incontro, un paio di anni prima. Lo avevo lasciato esanime, bè, non del tutto esanime, se le voci che si rincorrevano erano vere, riverso su un pavimento di pietra.
Solo in seguito avevo scoperto il motivo per cui mi era stato ordinato di avvicinarlo ed eliminarlo. Il mio signore aveva scoperto che il suo antico alleato era entrato in possesso di un metallo incantato in grado di riflettere gli incantesimi avversari. Voleva quel metallo e mandò me, ma una volta neutralizzato il mio obiettivo, scoprii che il prezioso metallo era stato spostato in un luogo sicuro. Ma il pensiero più terribile mi assalì, ricordando che proprio durante quella missione ebbi il pessimo gusto di...
Il flusso dei ricordi fu interrotto dalla voce squillante dell'araldo. In un momento l'atmosfera rilassata della taverna si convertì in fermento.
Ancora scossa dalla notizia e dalle emozioni passate, feci in tempo a notare che la donna chiamata Morrigan confabulava con un chierico. Scivolai silenziosa verso il bancone e colsi le parole "Lord Astalate... castello...". Un piano iniziò a prendere forma nella mia mente... sarei partita per Capomadza... ma solo dopo aver avuto maggiori informazioni sulla presenza di Le Gouf su quel fronte.
Avrei seguito il chierico tra i vicoli. Afferrai il mantello e quindi scivolai fuori, in attesa sotto la luce primaverile, in mezzo alla vitalità delle strade di Camelot, dove suoni e profumi stordivano piacevolmente con la stessa giocosa ineffabilità di una rondine che sfida la frizzante brezza marina. La colazione avrebbe aspettato... improvvisamente il mio animo si era risvegliato, più battagliero che mai.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.

Ultima modifica di Melisendra : 23-03-2011 alle ore 20.09.15.
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