La carrozza fu fatta entrare nel palazzo ducale e subito paggi e servitori la raggiunsero.
“Finalmente siamo a Capomazda!” Disse Ravus, visibilmente stanco per il viaggio.
“Benvenuto, monsignore!” Esclamò Izar andandogli incontro.
“Salute a voi, Izar.” Rispose il chierico.
E i due restarono per qualche istante a parlare tra loro.
Il cavaliere invece, saltato giù dalla carrozza e recuperata la sua sella, si guardò intorno.
“E così questa è Capomazda…” mormorò.
Poi, fissando Melisendra:
“Sono l’uragano che grida nella notte, milady… la fresca brezza del mattino che accarezza il volto… l’alone vermiglio del tramonto che annuncia il crepuscolo… ma voi potete chiamarmi Guisgard, milady.”
E si inchinò sorridendo.
“Vi prego, il viaggio è stato lungo e siamo stanchi…” disse Ravus a Izar.
“Certamente, siete graditi ospiti, miei signori!” Rispose il consigliere del duca. “Vi faccio subito alloggiare nel palazzo.”
“Si, sistemiamo ovviamente prima lady Morrigan, poi il cavaliere….” cominciò a dire Ravus.
“Avete dimenticato che qui c’è un’altra dama, monsignore…” lo interruppe Guisgard “… e una dama ha sempre precedenza su di un cavaliere.”
“Ah, si…” balbettò il chierico “… abbiamo anche un'altra dama…” indicando Melisendra.
“Benissimo, farò preparare subito i vostri alloggi.” Disse Izar.
Poco dopo gli alloggi erano pronti e ciascuno ne prese possesso.
“Cavaliere…” fece Izar a Guisgard “… vi interesserebbe arruolarvi? Qui occorrono forze nuove e voi mi sembrate un valente spadaccino.”
“Davvero? E ditemi… c’è qualche buon cavallo degno della mia sella?”
“La paga è buona e i nostri cavalli sono i migliori al mondo.” Rispose Izar. “Presentatevi al capitano Monteguard, cavaliere.”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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