“Bene bene…” disse Icarius divertito dopo che Talia finì di parlare. “Avete visto, Izar? Abbiamo qui una vera esperta di politica e strategia! Ma d’altra parte come non immaginarlo! Che sciocco, vero? La principessa delle terre di Sygna ha di certo dimestichezza sul modo in cui si governano terre e genti!”
“Se posso permettermi, mio signore…”
“Ma prego, Izar!” Esclamò Icarius. “Oggi è giorno di parola per i miei fidati consiglieri! Avanti, dite anche voi la vostra. Vi ascolterò con attenzione.”
“Credo che lady Talia abbia descritto perfettamente ciò che potrebbe accadere.” Cominciò a dire Izar. “Il tesoro della vostra stirpe è favoloso, vero, ma il seggio ducale vale ben oltre la semplice ricchezza. E questo, temo, lord Cimarow lo sa bene.”
“Quindi dite che sarebbe inutile mettere in salvo il tesoro?” Domandò sarcastico il duca. “Mi consigliate di lasciarlo alla mercè del traditore, magari porgendoglielo su un vassoio d’argento? E perché no!”
Rise e continuò:
“Magari potrei nascondere invece il seggio, oppure la Corona di Giada simbolo del potere ducale! E, perché no, anche tutte le statue di eroi, duchi ed antenati più o meno mitici! Ma poi…” fissando ironico Talia “… poi però rischierei di perdere l’amore della mia adorata consorte… tuo padre cosa penserebbe se il tesoro andasse perduto? Come potrei mantenere la sua bellissima figlia? Il Giglio di Sygma! Ma che sciocchi siamo… sicuramente scenderanno schiere angeliche a salvarci… magari si scomoderà lo stesso San Michele per aiutarci! Perché preoccuparsi!”
Scoppiò allora a ridere.
“Sfortunatamente il mondo non va così…” diventando finalmente serio “… il sangue dei Taddei non è diverso da quello degli altri uomini… e se in passato non hanno mai conosciuto sconfitta non vuol dire che non possa accadere ora… sin da piccolo mi hanno riempito di storie e miti sulla grandezza della nostra stirpe… ora non ci credo più… non voglio morire per un sogno… un sogno che non sento neanche mio… non più!”
Restò un attimo in silenzio e poi concluse:
“E non lascerò il tesoro nelle mani di quei cani… che si prendano le statue e le pietre di questo palazzo… ma non avranno quell’oro!”
Ed un lampo, un bagliore, infiammò i suoi occhi.
Occhi nei quali, l'azzurro sembrava aver smarrito ogni sogno.