Morrigan ascoltava, ma senza sentire. Quei gentiluomini, un po' per galanteria, un po' per la sorpresa che avevano dovuto provare di fronte alla sua repentina trasformazione da guerriera in dama, si stavano prodigando in complimenti. Il suo cuore era altrove. I suoi occhi erano rapiti. Ritta al centro della sala, continuava a fissare un quadro, senza nemmeno saperne il perchè. Fece addirittura qualche passo, distrattamente, in direzione della grande tela, senza riuscire a distogliere lo sguardo. Quell'uomo del quadro, così nobile e bello, la fissava sorridendo, ed i suoi tratti erano così vividi che a Morrigan parve quasi che le sue labbra volessero dirle qualcosa... era solo un quadro, eppure... shhh... se solo facessero silenzio... se solo ascoltassero... lo sentirebbero...
D'un tratto si voltà verso Ravus, come se solo in quel momento si fosse ricordata di lui... forse è giunto il momento per il buon abate di rendersi utile!
"Ebbene, monsignore, adesso che siamo qui, penso sarebbe i caso che voi o qualcuno di questi nobili signori avesse la grazia di illustrarmi quali gravi avvenimenti ci hanno qui riuniti..." e, dispensando amabili sorrisi ai due cavalieri "Ho sentito parlare di tumulti, di gravi problemi di successione e... di una maledizione"
Li guardò tutti con attenzione, dritto negli occhi, e l'iniziale sorriso ammaliatore si mutò in un'espressione che voleva chiaramente attestare quanto la sua intenzione di scoprire il vero fosse seria.
"Chi di voi vuole iniziare a spiegare?"
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"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
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