Il piccolo cucciolo di drago fissò con i suoi grandi occhi quelli di Talia, come se in essi avesse visto qualche cosa.
Scodinzolava e batteva le zampette anteriori, che sembravano assomigliare a paffute manine.
Emetteva degli strani versi, che palesavano la sua curiosa e, per certi versi, sorprendente natura docile e giocosa.
Si chinava a terra, per poi mettersi sottosopra e restare immobile in attesa di carezze e grattatine sulla pancia.
E nel muoversi le sue scaglie, che ricoprivano per intera la sua schiena, tintinnavano sulle pietre del cortile.
“Che io sia dannato!” Esclamò uno degli stallieri. “Sembra tranquillo come un qualsiasi cane addomesticato! Eppure tra un po’ diventerà una specie di gigante!”
“Ad occhio e croce” aggiunse uno dei servitori “una volta cresciuto sarà grosso come uno dei dongioni!”
“Milady…” disse l’altro stalliere a Talia “… volete che conduca questa bestiola nei giardini? Potrei sistemarlo dove sorgeva uno dei vecchi forni… ora non sono più in funzione e sarebbe un ottimo rifugio per questo animale.”
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|