08-04-2011, 15.02.34
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#226
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Cittadino di Camelot
Registrazione: 08-04-2010
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Trovai Pascal in quel corridoio... era arrabbiato per lo spavento che il drago gli aveva fatto prendere e così, non appena mi avvicinai, mi sfuggì e andò a rintanarsi nell’angolo più buio, che si trovava nel canto oltre l’ultima finestra.
Sospirai e gli andai dietro... il corridoio era ormai immerso in un’atmosfera crepuscolare, il sole era calato e lunghe zone oscure si allungavano tra una colonna e l’altra. Oltrepassai l’ultima, certa che vi avrei trovato soltanto Pascal, e invece sussultai: due occhi mi fissavano nella penombra. Fu soltanto un momento, una sensazione fulminea, poi mi resi conto che era soltanto un altro delle decine di ritratti che riempivano quel corridoio: una giovane donna. La osservai per un istante e subito ne rimasi affascinata: la figurazione era semplice ed essenziale, non indossava un abito particolarmente ricco ne’ gioielli vistosi, eppure vi era qualcosa di più in esso... la sua presenza era quasi viva oltre il velo della pittura, il suo sguardo sembrava bucare la tela e raggiungermi, riversandomi addosso mille e più intensi significati.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“E’ lady Gyaia…” disse una voce alle spalle di Talia “… tanto bella, quanto sfortunata ed infelice…” è tardi, milady, forse dovreste mangiare e poi riposare…” aggiunse Izar avvicinandosi a lei, mentre gli enigmatici occhi della Granduchessa Gyaia li fissavano.
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Mi voltai di scatto e vidi Izar avanzare verso di me...
“Mangiare e riposare?” chiesi “Come potrei riuscire a mangiare, o anche solo a riposare, adesso che Sua Signoria non è qui? Come potrei, sapendolo disperso?”
Lo dissi senza alcun risvolto particolare, e mi stupii molto nel notare invece nella mia voce una nota vagamente acerba...
Tuttavia non volevo che Izar indovinasse il mio stato d’animo, del quale forse non ero ancora neanche del tutto certa... così, in fretta, distolsi gli occhi e li puntai sul dipinto di fronte a noi.
“Lady Gyaia?” mormorai “E così questa è lady Gyaia... era di Sygma, non è vero? Come me! So che è morta molto giovane...”
Fissai il dipinto ancora per un istante e sospirai...
“Guardatela!” proseguii subito dopo “Non trovate che sia bellissima? Di una bellezza sorprendente... Eppure, se osservate i suoi occhi, vi accorgerete che sono oltremodo tristi! Non vi è alcuna gioia in essi, non vi è la pur minima traccia di sorriso, non vi è che dolore e solitudine...”
Feci una breve pausa, senza staccare gli occhi da quelli della donna... riflettevo...
“Ho passato del tempo in questo corridoio, sapete? Ho osservato questi ritratti... e non potrei dire che ve ne siano di gioiosi! Pare che nessuna Granduchessa di Capomazda sia mai stata realmente felice... non è curioso? Verrebbe da pensare che sia una sorta di... eredità! C’è chi eredita terre, chi eredita potere e tesori... le duchesse di Capomazda sembrano destinate ad ereditare infelicità!” sorrisi un momento all’ironia di quel ragionamento, sebbene non fossi niente affatto divertita.
“Sapete, Izar... nessuno ha mai voluto parlarmi delle storie delle persone in questi ritratti... lord Rauger sembrava addirittura voler evitare il discorso! In effetti, voi siete stato l’unico che abbia mai sfiorato l’argomento con me!” mi voltai e fissai intensamente i miei occhi in quelli dell’uomo, appena dietro di me “Eppure... come mai ho la netta sensazione che anche voi, come tutti gli altri, stiate cercando di tenermi all’oscuro di qualcosa?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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