“Non hai il diritto di andartene? E’ assurdo!” Disse Matthias a Talia. “Questa gente non ha alcun diritto su di te! E tu nessun dovere verso di loro!”
Si avvicinò poi al tavolo dove c’erano il pane ed il vino.
“Chiamano noi barbari” continuò con disprezzo “e poi mangiano pane salato!”
“Il pane di Afragogna è ottimo.” Intervenne il priore. “Così come il loro vino. Sono solo diversi dai nostri. Alla fin fine è solo una questione di scelta. La vita è un’insieme di scelte, che poi influenzano la nostra esistenza e quelle di chi ci è accanto. E voi, milady…” fissando Talia “… vedo che avete maturato la vostra scelta. Quella di restare qui. Vostro padre, temo, non comprenderà questa vostra volontà.”
“E voi, monsignore?” Chiese Matthias. “Siete anche voi d’accordo che è una sciocchezza restare?”
“Da diplomatico, da consigliere del mio re e da suddito di Sygma sono perfettamente d’accordo.”
“Bene!” Esclamò Matthias.
“Ma da uomo e uomo di Chiesa” aggiunse il priore “non posso non comprendere la scelta di lady Talia.”
“Come sarebbe?”
“Ora lei è la moglie del duca e signora di queste terre. Ha preso questo impegno davanti ai nobili di Sygma e a quelli di Capomazda, davanti a suo marito e, naturalmente, davanti a Dio.”
“Questo matrimonio è sempre stata una farsa!” Replicò Matthias. “E lo sapete tutti! E tu…” rivolgendosi a Talia “… tu sei felice? E dimmi la verità, perché io so leggerti negli occhi!”
“Dov’è vostro marito, milady?” Chiese all’improvviso il priore, quasi zittendo Matthias e destando Talia da quello che il suo amico d’infanzia le aveva chiesto. “Avete detto che non è qui… dove si trova dunque?”