La torre.
Si ergeva alta nella sterminata e verdeggiante campagna di Capomazda, mentre il forte vento che si era alzato attraversava le sue antiche murature.
Dafne, stanca, inquieta e ferita, era seduta presso la vecchia porta che dava accesso al vecchio Dongione diroccato.
Ad un tratto sentì una dolce melodia.
“Questa è la storia di lord Areo de’ Taddei
che amò lady Baria, nata nella terra degli dei!
E per vederla si fingeva un poetico menestrello,
che cantava e sognava per il suo viso tanto bello!
Ogni notte, nascosto tra gli arbusti del suo verziere
recitava della bella Enide e di Erec, valente cavaliere!”
Era un cantastorie.
“Chi siete? Non pensavo ci fosse qualcuno qui…” disse accorgendosi di Dafne.