Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 22-04-2011, 16.06.24   #450
Talia
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Talia sarà presto famosoTalia sarà presto famoso
I miei occhi scivolavano su quel foglio di pergamena, scorrevano ogni linea ed ogni iscrizione, seguivano i contorni di ogni segno e disegno... infine individuarono ciò che cercavano e il mio cuore ebbe un sussulto: la pieve di Gyaia, il luogo che avevo visto in sogno.
Ed era lì, lì su quella sorta di ideale confine tra la curata campagna e la selvaggia brughiera... non era così distante dalle mura della città, notai... ero certa che con un buon cavallo, capace di sostenere un passo adeguato, la si poteva raggiungere agilmente in poco tempo...
Le mie dita si posarono sulla mappa e scorsero la distanza tra la porta della città e la pieve... il respiro mi si era fatto più lento e mille idee mi vorticavano in mente...
Quel sogno... il volto di Gyaia... le sue parole... i suoi occhi, talvolta così tristi, talvolta così simili ai miei...
E così decisi.
Scesi in cortile quasi di corsa, non mi guardavo intorno e non rallentavo il passo, quasi temessi di essere fermata...
Pensai a Matthias... un attimo, poi cambiai idea. Era vero: lui mi aveva accompagnata in mille avventure e mai si era tirato indietro... ma quella volta era diverso, lui non mi avrebbe mai permesso di uscire dalle mura della città in un momento simile, l’avrebbe trovata una pazzia... e poi quella era una cosa che dovevo fare da sola, era una cosa che riguardava me!
Anche se non soltanto me, probabilmente...
Pensai ad Icarius... inavvertitamente, ma in fretta scacciai quell’idea come la più assurda che potesse sfiorarmi. Dopo tutto a lui non era mai interessato niente di me e di quello che pensavo... perché mai avrebbe dovuto curarsi di un mio sogno?
Entrai nelle scuderie con la furia di un uragano...
Gli uomini che erano lì a lavoro mi guardarono sorpresi, ma io non mi curai affatto di loro.
Mi guardai intorno un attimo, in cerca di un cavallo appropriato... e la vidi!
La cavalla che mio padre aveva mandato in dono a mio marito era bellissima, il suo manto era liscio e di un colore indescrivibilmente meraviglioso. Era legata ad un palo traverso, ma scalpitava fiera e indomita... sorrisi: nessun cavallo di Capomazda avrebbe mai eguagliato un cavallo di Sygma. Mai!
Mi avvicinai e lei iniziò ad agitarsi e a scalciare...
Così le presi il muso tra le mani e iniziai a carezzarla piano...
“Calmati, amica mia...” le sussurrai nella lingua di Sygma, e a quel familiare suono la cavallina si placò all’istante.
“Adesso io e te andremo in un posto...” proseguii, sempre nella nostra lingua “Andremo a cercare delle risposte, io e te da sole... ti va?”
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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