Izar fissò Hastatus con attenzione.
“Non credo di conoscere questo cavaliere…” disse il filosofo.
“E’ sir Hastatus di Camelot.” Intervenne Monteguard. “Egli gode della fiducia di re Artù e di quella di lord Astalate.”
“Di Camelot…” mormorò il filosofo “… non di Capomazda. E questo non credo lo renda informato su ciò che sta accadendo qui.”
“Ciò che dice sir Hastatus non è utopia…” replicò Monteguard “… chi conosce il duca non impiegherà molto a comprendere come stanno davvero le cose. Forse dovremmo dire la verità ai baroni e ai cavalieri del ducato.”
“Si, sono d’accordo.” Annuì Ravus. “Del resto chi è fedele a sua signoria saprà comprendere la situazione.”
“Non sono convinto…” mormorò Izar “… qualcuno potrebbe approfittare della sua debolezza.”
“Sua signoria non è né debole, né indifeso.” Disse Monteguard. “Ha perduto la memoria, ma questo non fa di lui un inetto. Nelle sua vene scorre comunque lo stesso sangue dei suoi antenati… quegli stessi antenati che fecero grande Capomazda.”
“E poi, secondo i medici, questa sua amnesia è solo momentanea.” Fece Ravus. “E presto dovrebbe ricordare ogni cosa del suo passato.”
“Anche io sono d’accordo con il capitano Monteguard, il chierico Ravus e sir Hastatus.” Disse Lho entrando nella sala. “E poi sua signoria non mi è sembrato affatto un folle, o un debole… anzi, tutt’altro.”
“Sir Lho… voi qui!” Esclamò Ravus. “Allora avevo visto giusto prima tra le gente… mi sembrava impossibile eppure siete qui… di nuovo…”
“Come mai avete fatto ritorno a Capomazda!” Domandò Monteguard.
“E’ grazie a sir Lho che sua signoria è ancora vivo.” Disse Izar.
“Sono qui per il ruolo che da sempre spetta alla mia stirpe.” Mormorò Lho. “Sono qui per proteggere il mio e vostro signore.”