Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 23-04-2011, 03.12.44   #454
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Melisendra sarà presto famoso
Mi svegliai all'improvviso. Rumore di passi.
Mi misi a sedere e tesi l'orecchio.
Passato.
La candela si era quasi consumata, quindi mi alzai ad accenderne un'altra.
Che notte strana... mi venne un'improvvisa nostalgia.
Posizionai un cero sul pavimento e presi un cristallo dal sacchetto che stava sempre alla mia cintura. Mi accoccolai sul pavimento di pietra, stringendo in una mano il cristallo e nell'altra la scheggia di vetro tagliente.
Con un gesto rapido mi tagliai la mano.
Il sangue uscì dal graffio, brillante e rosso come una fragola matura.
Strinsi forte il cristallo e iniziai a sussurrare una nenia.
Pensai a lui. Lo cercai con tutte le mie forze.
Feci scivolare una goccia di sangue sulla candela davanti a me.
La fiamma sfrigolò e si levò del fumo.
Aprii gli occhi e lo vidi prendere forma.
Un vecchio trucco... imparato molto tempo prima.
Ovviamente dormiva.
Tra il fumo era apparso il volto addormentato di un bambino.
Tranquillo, quasi beato nel suo sonno. Nessuna paura, nessuna angoscia.
"Uriel..." sorrisi, concentrata, in adorazione.
Si mosse, come se mi avesse sentito.
Cantai sottovoce e lo vidi sorridere. Com'era cresciuto. Non lo vedevo da tanti mesi. Ormai aveva quasi due anni.
Ricordai il giorno della sua nascita, mentre attraversavo un noccioleto, insieme al fido Pandemonio. Ricordai quando presi la decisione di lasciarlo, al sicuro, presso una famiglia che si sarebbe presa cura di lui, dove sarebbe cresciuto tra fratelli e sorelle, con un caldo focolare e una brava donna a vegliare su di lui. Un vecchio cavaliere e sua moglie. Talvolta inviavo loro doni, lettere, senza mai specificare dove mi trovassi. Ero tornata solo una volta a vedere come stava poi, nel timore che potesse trovarlo il mio inseguitore, avevo deciso di non arrischiarmi più.
Tesi la mano, come ad accarezzare i suoi scomposti riccioli quasi argentei. Non aveva preso da me quei colori chiari.
Ogni tanto mi infilavo nei suoi sogni e mi sembrava di toccarlo.
Sospirai. Confusa.
Nessuno mi aveva mai spiegato che avrei sentito tali sentimenti.
Soffiai e il fumo si dissolse, insieme alla malia.
Le fiamme delle candele oscillarono.
Mi sentii osservata e mi voltai verso la porta.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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