Il cavaliere fissava l’infinita oscurità di quella notte densa di foschia, dove ogni cosa appariva sbiadita e sfuggente.
La brughiera era insolitamente silenziosa e nulla sembrava provenire dall’altra parte della mura.
“Neanche tu riesci a dormire, mio signore?”
A quelle parole Gouf si voltò.
“Anche le stelle sembrano nascondersi stanotte…” disse Aytli affiancando il cavaliere “… o forse siamo solo noi incapaci di riconoscerle…”
Gouf fissò il cielo senza dire nulla.
“Cosa ne faremo di quella donna?” Chiese la ragazza. “Sir Nyclos credo se ne sia invaghito… potrebbe essere un problema ucciderla in seguito…”
“Quel giovane sciocco è incapace di riconoscere qualsiasi sentimento…” mormorò il Cavaliere del Gufo “… è un debole ed è l’ultimo dei miei pensieri… domani condurrò con me Melisendra” aggiunse “e vedremo se nasconde davvero qualcosa.”
Nello stesso momento, la porta della stanza di Melisendra si aprì come sospinta dal vento e alcune candele nella stanza, insieme a quell’immagine che ancora attraversava il cuore dell’incantatrice, si spensero.
“Un albero dalle radici marce…” mormorò una voce di vecchia dal corridoio “… non da mai buoni frutti… il sangue maledetto resterà sempre tale… nasconderlo non ti servirà a nulla…”
Melisendra udì di nuovo quell’insopportabile e grottesca risata che si allontanava nel buio corridoio.
Un attimo dopo anche il vento cessò di soffiare nella stanza.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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