Talia era nelle scuderie, accanto alla fiera Matys, la bellissima cavalla portata da Sygma.
Appena la ragazza si avvicinò, la cavalla cominciò a tradire nervosismo.
Fece come a voler scalciare, e lasciò partire un nervoso nitrito.
Poi, poco a poco, forse per la voce di lei, forse per quella lingua ad essa non ignota, o forse perché riconobbe in Talia la sua stessa solitudine, la cavalla sembrò ammansirsi.
Si lasciava accarezzare da Talia e per un istante i loro occhi si incontrarono.
Facevano parte dello stesso mondo.
Dello stesso sogno.
Sygma era un sogno.
Come l’amore, che da troppo tempo sembrava essere svanito nelle terre di Capomazda.
Talia allora, resasi conto di come la cavalla si fosse tranquillizzata, con delicatezza posò una leggera e morbida sella sul suo dorso.
Un attimo dopo lei e la fiera Matys galopparono via.