Le grida, il sangue. Lo scempio.
Rimasi pietrificata. Non sentivo nulla, solo un dolore così profondo e continuo che parve annullarmi.
I miei occhi fiammeggiarono verso Gouf.
Avevo visto stragi, ogni possibile tortura che l'uomo potesse concepire. Io stessa ero un'abile assassina.
I corpi senza vita dei fanciulli, però, erano un ingiustificabile atto di malvagità.
Pensai a Uriel.
Lo avevo tenuto nascosto a tutti non solo perchè temevo per la sua vita, ma soprattutto perchè temevo che potessero infettarlo con quella malvagità. In fondo un proverbio dice che la mela non cade mai troppo lontano dall'albero.
Non riuscivo a decidere cosa sarebbe stato peggio...
Vedere suo padre trafiggergli il cuore con una spada? O modellarlo a sua immagine?
Chi avrebbe pianto quei fanciulli e le loro madri? Sperai che non si fossero accorti del dolore e che la morte li avesse colti troppo rapidamente perchè si ponessero la dolorosa domanda: "Perchè?".
"Gouf" gridai, non appena giunse a portata della mia voce, "Maledizione!"
Gli corsi incontro e lo tempestai inutilmente di pugni. Sfilai un pugnale dalla sua cintola e glielo puntai contro.
Occhi asciutti. Nessuna lacrima lo avrebbe commosso e comunque non ne avevo mai avute.
"Qual è il tuo scopo? Farmi del male?" domandai sprezzante. "Perchè?!"
Sapevo bene di essere ridicola con quel pugnale in mano. Sicuramente voleva vedermi dibattermi, come un pesce nella rete, per pura soddisfazione. Piangere? Strillare? Supplicare?
Se voleva qualcosa di scenico, glielo avrei dato.
"Se vuoi ferirmi... fallo!" Guance accese, occhi furibondi. Rivoltai il pugnale verso me stessa e con un gesto aprii la ferita della mia mano. Il sangue uscì copioso, avevo affondato più del necessario, ma non sentivo nulla.
"E' il sangue che vuoi? E' questo che ti piace!" Appoggiai la lama sul polso e lo graffiai. Un segno rosso che presto si colmò di un rosso cupo lucente sotto la luce fredda del giorno. Ero talmente furiosa che non sentivo il dolore.
"Prendilo! E strappami gli occhi quando mi avrai fatta a pezzi!"
Lasciai cadere il pugnale.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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