Il fanciullo sorrise a Melisendra.
“Grazie, mia signora.” Disse.
Ma quando stava andando via, una mano lo bloccò, prendendolo per un braccio.
“Non sai che devi stare attento a quel che fai? Hai versato dell’acqua sul vestito di quella dama…” tenendolo fermo Gouf “… chiedi scusa a quella signora… ora!”
“Mi fate male… mi fate male, milord… il braccio… mi fate male…”
“Chiedi scusa o te lo spezzerò!”
“Perdonatemi, mia signora!” Gridò il ragazzino.
“Non ho sentito” disse Gouff “e nemmeno lei credo abbia sentito…”
“Il braccio…” gridò il piccolo “… perdonatemi, signora! Perdonatemi!”
Gouf strinse ancora di più, quasi a spezzare quel piccolo braccio.
Poi lasciò cadere a terra il ragazzino.
“Tirami la frusta!” Ordinò poi ad uno dei suoi. “Ora imparerai come si lavora, piccola carogna.”
E cominciò a batterlo a sangue con inaudita violenza sotto gli occhi di Melisendra.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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