Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 28-04-2011, 17.51.26   #550
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Melisendra sarà presto famoso
Mi fermai e con cautela scesi dal letto.
Ignorai il commento sul pugnale e mi avvicinai a lui.
"Un bellissimo vestito non vi fermerebbe dal mettere in atto un'atrocità come quella di questa mattina... o di ieri..."
Lo abbracciai e sentii il mio potere avvolgere entrambi, placando la Bestia. Ma non riuscivo ad addentrarmi in quel territorio ostile che era quella rabbia inespressa. Così mi limitai ad accarezzarne la superficie, come quando si sfiora il velo dell'acqua con una piuma. Sentivo che qualcosa si stava placando in lui.
"Perché?" sussurrai.
"Se anche voi disprezzate questi uomini, perché allora gli offrite la vostra spada... e gli permettete di rubarvi l'anima pezzo per pezzo?"
Gli accarezzai il viso.
"Questa non è vita..." ripensai alla mia non-vita, al cieco servizio del mio padrone. Ripensai a quanto fossi sconvolta nell'accorgermi che nel mio ventre, qualcosa di puro stava germogliando da quelle macerie. Allora desiderai vivere. Anche se per farlo dovetti sacrificare il padre di Uriel.

"Hai capito bene?" mi strinse il polso. "Se non mi ubbidirai mi vedrai strapparti tuo figlio e darlo in pasto agli spiriti... a meno che non lo sacrifichi ancora nel tuo ventre..." poi riflettè e mi diete un ulteriore strattone.
"Anche se... sarebbe uno spreco. In fondo il frutto di tale unione potrebbe anche rivelarsi interessante almeno quanto te..." sogghignò. "Tuo figlio... potrebbe avere i tuoi poteri e la propensione di suo padre per il sangue..."
Ero senza fiato dall'orrore. Una parte di me fu sorpresa dallo scoprire che si trattava di un maschio. Portai la mano al ventre, ancora privo delle forme tonde del mio stato.
"Interrogherò nuovamente gli astri...", il mio signore era pensieroso e le sue oscure macchinazioni stavano prendendo forma.
"Uccidilo...", disse riferendosi a Gouf. "Uccidilo e recupera quel metallo... oppure mi prenderò l'anima di questo bastardo."
Mi lasciò sola. A riflettere.
Non ero sicura di tenere tanto a quella vita, ma realizzai che era proprio così. Frustrata, gettai scompiglio in tutta la stanza, lanciando oggetti alla cieca. Quando fui stanca dovetti affrontare la realtà... dovevo scegliere. Il mio piano di fuga in quel momento era inattuabile. Scelsi.
"Uriel..." sussurrai. "L'angelo del Pentimento... Signore del Tuono e dell'Orrore..." e in quel momento divenne reale e gli giurai che saremmo fuggiti da lì.


Sbattei le palpebre per tornare in me. Quei ricordi erano ancora dannatamente reali.
Ma che cosa stavo facendo? Avrei dovuto uccidere Gouf, liberare Uriel dal retaggio di quel sangue e fuggire il più lontano possibile... e invece stavo cercando di placare una Bestia che avrebbe potuto ucciderci tutti. Salvare Gouf da se stesso aveva l'aria di una battaglia persa in partenza. Eppure... già lo sapevo... avrei tentato. Oppure mi sarei macchiata -di nuovo- di quell'omicidio.
"Lord Icarius è un eccellente combattente... sebbene il suo orgoglio sia quello di un ragazzino borioso, la sua spada è senz'altro all'altezza dei suoi predecessori." Il mio tono era quasi rassegnato. Non avevo preziose informazioni da dargli in proposito e se le avessi avute non gliele avrei date. Così mi ero limitata a un'obiettiva constatazione.
Mi sollevai in punta di piedi e gli posai un bacio sulle labbra. Nessun incanto, nessun rapace istinto di predazione. Non gli sottrassi nemmeno un respiro.
Come se fossi stata una donna qualunque.
"Non ho bisogno del pugnale, Gouf..." e in quel momento capii che era davvero così. Non avevo avuto bisogno di lame affilate nemmeno due anni prima. Non sciolsi l'abbraccio e continuai a sfiorare la superficie dell'acqua con attenzione e rispetto.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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