Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 29-04-2011, 20.17.23   #585
Talia
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Originalmente inviato da Guisgard Visualizza messaggio
Icarius fissò Talia.
“Ma è assurdo!” Disse Izar ad alta voce. “Una notizia senza nessun fondamento! Come la giustificheremo ai baroni?”
“Si, mi fido di te, Talia…” annuì Icarius.
“Ma, milord!”
“Raggiungete i baroni, Izar…” lo interruppe Icarius “… io vi seguirò fra un istante…”
“Milord…”
“Andate, Izar.”
Il filosofo accennò un inchino ed uscì.
“Temevo non andasse più via!” Disse sorridendo a sua moglie. “Il buon Izar è prudente e devoto, ma talvolta un tantino pedante! Quando vorrai parlarmi di quelle notizie io ti ascolterò… anche io ho qualcosa da rivelarti…” ritornando serio “… ora vado, mi attendono i pezzi grossi!”
Non sarebbe voluto andar via, ma l’attendevano.
La guardò un’ultima volta e sorrise, per poi uscire dalla biblioteca.
Rimasi immobile là dove mi trovavo, osservando la porta dalla quale era uscito... ogni cosa che faceva, ogni sua parola, ogni suo sorriso contribuivano a confondermi sempre più...
Mi sentivo combattuta... incerta... una parte di me avrebbe voluto credergli, il mio cuore desiderava ardentemente credergli, ma la mia testa si opponeva strenuamente e mi rimproverava ingenuità e imprudenza.
E fu probabilmente per cercare di fuggire da questa estenuante battaglia interiore che la mia mente iniziò a vagare altrove... e in quel vagare, magari per le troppe preoccupazioni o magari solo per quel nervosismo che da quando avevo lasciato la pieve ancora non mi aveva abbandonata, proprio in quel vagare notò qualcosa di insolito...
All’inizio non fu che una sensazione, una curiosa e strana sensazione... ma subito iniziarono a vorticarmi in mente volti più o meno noti, sguardi, gesti, allusioni, cose dette e soprattutto cose non dette, momenti, parole...
E sopra tutto ciò un volto...
Un volto che richiamò un ricordo lontano e una altrettanto lontana sensazione che era stata forse troppo fugace per esser tenuta in considerazione all’epoca...

Scesi dalla carrozza e la luminosità di quella limpida mattina mi colpì in pieno. Passando, avevo osservato il paesaggio dal finestrino... la campagna e le mura che si avvicinavano sempre più, quella porta imponente sotto cui eravamo passati, poi le case che sfilavano via in fretta, la gente festante al bordo della strada... ero felice.
Quando la carrozza si era arrestata nel cortile del palazzo, avevo preso un lungo sospiro prima di scendere... le gambe mi tremavano, sebbene tentassi di non badarci.
“Milady... benvenuta a Capomazda!” disse un uomo, venendomi incontro con un caldo sorriso sul volto “Io sono lord Rauger de’ Taddei...”
“Milord...” mormorai, inchinandomi garbatamente “E’ un piacere e un onore per me conoscervi!”
Lui mi prese la mano e mi invitò a rialzarmi: “Il piacere è mio, mia cara...”
E poi non ascoltai più cosa mi diceva, perché i miei occhi e tutta la mia attenzione si era spostata altrove, in cerca dell’unico volto che conoscevo, sebbene solo tramite un ritratto.
“Mio nipote non è qui, purtroppo!” disse l’anziano duca, interpretando giustamente la mia distrazione “Aveva... aveva importanti impegni! Ci raggiungerà questa sera!”
Lord Rauger aveva esitato in quel momento ma io, troppo felice e ancora ignara, non lo avevo notato.
“Vorrei però presentarti il mio saggio consigliere, nonché buon amico...” proseguì lui, in tono leggero “Vieni, Izar!”
Mi voltai e vidi un altro uomo farsi avanti dal gruppo più vicino di astanti... era sorridente e si inchinò devotamente, eppure qualcosa in quell’uomo mi parve stonare in quel momento... i suoi movimenti erano rapidi e fin troppo misurati, la voce era cadenzata e il largo sorriso sulle sue labbra non si estendeva affatto agli occhi, freddi, attenti e quasi calcolatori...

Avevo del tutto rimosso quel ricordo in virtù di tutto quello che era accaduto in seguito, e quella sensazione che mi aveva provocato quel primo incontro con il consigliere del duca aveva seguito la stessa sorte. Ma in quel momento tutto mi tornò alla mante e un’idea iniziò a farsi largo tra i miei pensieri.
Mi occorse qualche istante perché la mia mente si rassegnasse ad elaborare quell’idea... un’idea folle, forse... un’idea impudente... un’idea che si impose, tuttavia, sfacciatamente ai miei occhi in un modo tale che non fosse per me ormai più possibile ignorarla.
Quell’idea mi fece tremare forte le gambe e mi dovetti appoggiare ad un tavolo per non cadere.
Continuavo a dirmi che non era possibile... ma era vero?
Continuavo a dirmi che mi stavo sbagliando... ma se non fosse stato così?
Continuavo a dirmi che nessuno a Capomazda avrebbe mai voluto, o osato, prendere in considerazione una simile eventualità... ma era forse questo un buon motivo per ignorarla?
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** Talia **


"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."

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