La sua voce.
Era fredda, distaccata.
Il suo sguardo appariva indecifrabile, enigmatico.
Icarius si fermò un istante in quegli occhi, come a volerli interrogare.
Gli occhi conducono sempre al cuore e all’anima delle persone.
Così recitavano i bardi ed i poeti.
Ma quegli occhi sembravano chiusi al suo sguardo.
Come alte mura non gli permettevano di oltrepassare quella barriera che lei aveva alzato.
Continuò a fissarla.
“Credo viva nel borgo…” disse Icarius “… o in qualche tenuta in campagna… non so chi sia, non conosco neanche il suo nome…” sospirò “… ma forse un nome non vuol dire niente… io stesso conosco il mio perché gli altri non fanno altro che ripetermelo… che sia Icarius, Tristan o qualsiasi altro non credo faccia poi tanta differenza… quell’uomo…” avvicinandosi di qualche passo a Talia “… mi odia… mi odia come molti altri, immagino… chissà quanti dei miei cavalieri nutrono questo stesso sentimento, ma sono costretti a tenerlo nascosto... quell’uomo è giunto qui perché mi odia… e forse chiedersi il perché è inutile… e tu…” mormorò “… tu perché mi odi?”