Il draghetto sguazzava nell’acqua, fermandosi di tanto in tanto, come ad invogliare Talia a giocare con lui, per poi riprendere i suoi rapidi e grotteschi movimenti.
Pascal invece li fissava, un pò in disparte, incuriosito e perplesso per quella scenetta.
“Qualcuno dei saggi che il buon Izar mi impone di leggere…” disse all’improvviso Icarius a Talia “… afferma che gli animali hanno una speciale sensibilità a comprendere le persone… tu sei speciale, unica… e loro lo percepiscono.”
Sorrise.
“Perdonami se sono rimasto qui a fissarti…” aggiunse “… ma era una bellissima immagine…”
Si avvicinò ed accarezzò il draghetto.
“Sai, mi chiedevo…” fissandola di nuovo “… quella bellissima cavalla portatami da Sygma, che tu sei riuscita a cavalcare… mi chiedevo… verresti con me a convincerla che non sono poi tanto terribile come molti mi dipingono? Sempre se” sorridendole “anche tu non la pensi come quei molti.” Rise. “Una delle poesie che secondo Izar cantano la gloria dei miei avi e che puntualmente mi impone di imparare a memoria, recita che i Taddei sono predestinati a governare perché hanno gli occhi chiari… segno questo, secondo il poeta, di sincerità. Comprendi quindi che merito una possibilità? Dai, su…” prendendola per le mani e tirandola su con entusiasmo “… vieni con me, Talia!”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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