“Io credo” disse Icarius guardando Talia “che anche…” esitò un istante “… noi Taddei, per quanto superbi ed invincibili cavalieri, siamo mossi da amore nelle nostre opere… in fondo combattere per difendere la Fede, la giustizia, la verità, la libertà ed il popolo serve per rendere migliore questo mondo, non credi?” Continuò ad accarezzare Matys che sembrava insolitamente docile con lui. “Aristocrazia deriva dal greco antico. Aristocratico vuol dire migliore. E i migliori erano coloro a cui gli dei avevano dato forza, potere e ricchezza… non per tornaconto personale, ma per combattere anche in nome di chi non era in grado di farlo da sé.” Sorrise e la fissò. “Dai, la smetto di annoiarti con queste cose! Il buon Izar mi obbliga ha studiare e finisce che poi tu ne subisci le conseguenze!” E rise di gusto.
Montò allora in sella a Matys e restò meravigliato di come la cavalla non tradisse alcun nervosismo.
“Ehi, ma cosa avrai detto mai alla mia cavalla!” Esclamò Icarius. “Non è che comunicate con la lingua di Sygma? Approfittando che io non vi posso capire!”
Matys nitrì all’improvviso.
“Scherzavo, scherzavo!” Disse Icarius, per poi sorridere. “Dove andiamo?” Ripeté poi fissando di nuovo Talia. “Beh, con te anche in capo al mondo, ma per stasera mi accontenterò di cavalcare nel bosco… prego, milady…” indicando alla ragazza di incamminarsi “… dopo di te. Sai che sono un cavalier cortese. E poi voglio darti un po’ di vantaggio, così non potrai avanzare scuse quando vincerò la nostra gara!” Sorrise, facendole l’occhiolino.