Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 11-05-2011, 16.56.20   #704
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
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Melisendra sarà presto famoso
Stizzosamente lo allontanai da me. Cercai di trattenermi dall'esplodere in una furia, cosa che mi succedeva quando gli eventi mi sfuggivano di mano. Non era mai una buona idea... quante volte mi ero dibattuta inutilmente nella mia gabbia, con tutte le mie forze, fino allo stremo? Ed era valso qualcosa?
Ricordai la sensazione che avevo percepito, assaporando i primi istanti di disperata libertà, in groppa a Pandemonio, che mi portava in salvo.
Ma la lotta era appena iniziata. Mi spaventai quando mi resi conto che, sola e fuggitiva, avrei continuato a viaggiare, cercando un posto dove far nascere il mio bambino. E realizzai che avrei dovuto farlo da sola.
Il mio ventre era gonfio, ma avevo continuato a cavalcare fino a pochi giorni prima del parto, quando mi ero rifugiata in un vecchio capanno in un noccioleto, proprio accanto a un fiume. Mi sdraiai accanto al fiume, mentre le prime stelle illuminavano il cielo. Accanto a me c'era un fuoco acceso e tutto ciò di cui avevo bisogno: acqua calda, un coltello e coperte. Durò fino all'alba il mio travaglio, interrotto solo dai nitriti di Pandemonio. Poi ricaddi stremata dall'ultima spinta.
Non piangeva. Feci appello alle mie scarse conoscenze mediche e finalmente si levarono quegli strilli acuti e furibondi. Piansi anch'io.
Avevamo continuato a viaggiare, se ne stava addormentato contro il mio petto, avvolto strettamente contro di me. Mi guardava con quei suoi occhioni e stringeva la punta delle mie dita con forza e determinazione. Folte ciocche di riccoli biondi, quasi bianchi, fuoriuscivano dalla cuffia. Quanto lo amavo... cresceva a vista d'occhio e presto iniziò a tentare tremuli passi con le sue gambette.
Erano quasi due anni che non ci fermavamo, quando arrivammo a Poggio del Sole. E capii che non potevo trascinare Uriel con me in giro per il mondo per sempre.
Sbattei con forza il pugno sul tavolo, rovesciando una coppa fortuitamente vuota.
"Non sai di cosa stai parlando... che ne sai tu di vivere, quando ti ostini a dedicare te stesso alla morte? Non c'è nulla che per te valga qualcosa... non risparmieresti niente e nessuno dalla tua furia!"
Mi alzai di scatto e rovesciai la sedia. Le dita mi dolevano intorno al cristallo.
"Se c'è una ragione per cui dovrei spezzare il mio silenzio e crederti diverso da quelli che hanno banchettato con la mia anima... dimmela e forse ti dirò il mio segreto."
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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