Morrigan ascoltò quelle parole senza un sussulto e il suo sguardo scivolò a seguire quel movimento mentre Guisgard si sollevava e le sorrideva con quel solito sorriso di sfida e di sarcasmo.
Si sarebbe detto che quella fosse la sua abituale espressione, eppure Morrigan sapeva che non era così. Non aveva quel sorriso quando erano giunti nel villaggio devastato, e non aveva quel sorriso nemmeno un istante prima, quando lo aveva sorpreso a suonare quell'aria melanconica. C'era qualcosa che quell'uomo non avrebbe mai voluto rivelare di se stesso. Qualcosa di così profondo che faceva restare muta la sua stessa anima. E Morrigan, che aveva già conosciuto quell'ansia, si sentiva profondamente toccata da quel pensiero.
Così, inavvertitamente, senza nemmeno pensarci, tese una mano verso di lui, proprio nell'istante in cui egli si era appena risollevato da quell'inchino irriverente, e con la punta delle dita gli sfiorò il viso.
"Il figlio del vento... un altro figlio del vento..." sospirò piano, e i suoi occhi in quel momento erano calmi e seri, in netto contrasto con il tono scherzoso di lui "e il vento si sa, non si può fermare! Ma almeno lui, il vento... lui sa dove sta andado? O si aggira impazzito come le foglie che sbatte via lungo il cammino, alla ricerca di una strada che non trova?"
__________________
"E tu, Morrigan, strega da battaglia, cosa sai fare?"
"Rimarrò ben salda. Inseguirò qualsiasi cosa io veda. Distruggerò coloro su cui avrò poggiato gli occhi!"
|