Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 17-05-2011, 01.34.31   #791
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Pasuan sorrise a quelle parole di Dafne.
“In effetti” disse ridendo “di posti romantici ne abbiamo in quantità da queste parti! Alcuni davvero mozzafiato!”
E dopo, non senza qualche pasticcio e sotto gli sfottò di Mian, aver cambiato il piccolo Hubert, Pasuan e Dafne lasciarono il bambino alle cure della madre ed uscirono per una passeggiata.
Pasuan cavalcava tenendo ben stretta Dafne davanti a sé, tra le sue braccia e le redini.
Dopo un pò giunsero presso un lago, dominato dai resti di una vecchia rocca sopra ad una verde collinetta.
“Questo posto, secondo molti è magico…” fece Pasuan “… quella è conosciuta come la Rocca del Duca…”
Scese da cavallo ed aiutò Dafne a fare altrimenti.
“Si narra” continuò Pasuan “che qui si incontravano segretamente due amanti per sfuggire da occhi ed orecchi indiscreti… i due amanti non erano persone qualunque… lui era il duca Ardross, erede di lord Rauger e lei era la moglie di uno dei baroni, la bellissima lady Rasyel… qualcuno dice che nelle giornate limpide come queste il vento porti con sé l’eco dei sospiri e dei sogni dei due sfortunati amanti… ascolta il vento, Dafne… ascoltalo e chiudi gli occhi…”

Il suono dell’ocarina sembrava cullarsi nel tepore e nell’incanto di quella mattinata di Sole.
Ardross era seduto all’ombra di un albero e suonava quasi guidato da pensieri e sensazioni lontane.
Un rumore di passi lo destò all’improvviso.
“Uh... chi c’è lì?”
“Il futuro arciduca non dovrebbe oziare tutto il giorno all’ombra di un albero!” Esclamò una voce nascosta.
“Ehi, oggi deve essere il mio giorno fortunato!”
“Credete? Non datevi troppe arie… non sono qui per la vostra compagnia…”
“Davvero? E dire che un po’ ci avevo sperato...”
“Siete insopportabile ed insolente!”
“Beh, date queste circostanze…” sorridendo lui “… potrei sapere il motivo di questa vostra visita, milady?”
“Visita?” Ripeté lei. “Non mi pare che questo sia il vostro palazzo… quindi posso venirci a passeggiare quando voglio!”
Ardross rise di gusto.
“E, comunque, il motivo per cui sono venuta è perché lord Rauger mi ha chiesto di portarvi questo biglietto...”
Ardross prese il biglietto e cominciò a leggere.
E quando finì di leggere la sua espressione cambiò.
“Siete... siete preoccupato, milord?”
“Mio zio…” mormorò lui “… crede che il sangue sia un vincolo simile ad una catena… mi ordina di ritornare al palazzo oggi stesso…”
Lei lo fissava in silenzio.
“Immagino…” con un sorriso quasi beffardo lui “… che tra voi nobili le voci circolino in fretta…”
“Io… non saprei, milord…”
“Vi scongiuro... non chiamatevi anche voi così… non oggi, vi prego… non qui...”
Rasyel non disse nulla.
“Sono il futuro signore di queste terre!” continuò lui. “Il figlio del vento, il campione di tutto ciò che di più nobile e giusto ci sia al mondo! E posso esaudire i desideri di tutti! Vi occorre ricchezza? Potere? Anche la felicità potrei donare, sapete? Ed è buffo, non trovate? Io posso donare ciò che non ho, che non conosco neppure e che forse non conoscerò mai! Già, la felicità...”
“Ho… ho una richiesta, mio signore...”
Ardross la guardò.
“Suonereste di nuovo la vostra ocarina? Per me…”
Il duca riprese a suonare.
“Suonate ancora, vi prego...” sussurrava in lacrime lei su quelle note “… suonate come se fosse l’ultimo giorno… e suonate come se questo giorno non dovesse finire mai... anche io, come voi, sono infelice…” aggiunse.
Ardross allora smise di suonare e si voltò verso di lei.
I suoi meravigliosi occhi di un verde pallido ed indefinito erano intrisi di calde lacrime.
Lui allora le si avvicinò ed un tenero bacio unì i due giovani amanti.

Un vento leggero e gradevole soffiava su quella radura, increspando lievemente le calme acque del lago.
Pasuan condusse Dafne nella vecchia rocca, tra ciò che restava di quell'antico splendore.
“Vengo spesso qui, quando sono in licenza…” disse “… credo che ci siano posti particolari, speciali, che hanno una loro storia e non attendono altro che trovare qualcuno disposto ad ascoltarla… dimmi, sei felice, Dafne?” Le chiese poi accarezzandole i suoi splendidi capelli bruni.
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