"Se te ne andrai... ti troverò..."
"Non puoi aspettarti la mia fedeltà, quando mi tieni in cattività! Mi hai distrutto la vita... mi hai mostrato tutto il peggio e ti sei assicurato che non mi stancassi mai di apprendere!"
"Come osi?" Si girò di scatto. "Mi sono preso cura di te... grazie a me sei forte e sei ancora in vita... se te ne andassi, quanto pensi ci vorrebbe prima che qualcuno ti catturi... o magari preferisci una lenta morte sul rogo. E poi che ne sarebbe di tuo figlio?"
Mi agitai, cercando di slegarmi.
"Non osare parlare di lui!!" Ringhiai.
"Ho visto cose meravigliose... Uriel... è così che intendi chiamarlo, giusto?" sogghignò. "Ebbene, Uriel... diventerà come te... potrà distruggere gli uomini rivoltandogli contro i loro stessi desideri. Grazie a me, invece, diventerà un guerriero più forte di suo padre. Non temere... non saprà mai che lo hai ucciso. Lo tratterò come un figlio..."
Gridai, disperatamente.
Aprii gli occhi, dolorosamente.
Mi trovavo nel mio letto. Al castello.
Una luce mattutina filtrava dai tendaggi.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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