La Luna.
Il suo alone d’argento, pallido e sognante, si rifletteva nel giardino e sembrava animare le statue che abbellivano i vialetti che tagliavano il lussureggiante verziere.
Mille pensieri, sensazioni ed emozioni si rincorrevano nel cuore di Icarius.
Ad un tratto alzò lo sguardo nuovamente verso l’alto, cercando l’eterea Luna di quella notte.
Ma un raggio, un riflesso, o forse un bagliore guidò altrove i suoi occhi.
Da una delle finestre del palazzo risplendeva forse l’unica stella che la Luna non era riuscita ad oscurare con il suo alone incantato.
Nel vederla Icarius sentì una stretta al cuore, che cominciò a battergli forte.
Chinò il capo, mentre mille inquietudini sorsero in lui.
Era combattuto.
Sperava, in cuor suo, che lei lo vedesse, lo riconoscesse grazie alla splendida Luna piena di quella notte.
Ma lei sembrava assorta da altrettanti pensieri ed inquietudini.
Un giorno Parzival, appena giunto a corte, chiese ad alcuni cavalieri cosa bisognava fare per diventare un degno cavaliere.
“Curare il corpo e lo spirito!” Disse sir Galeotto.
“Conoscere non solo l’arte della guerra, ma anche tutte le più nobili discipline!” Affermò Sir Galvano.
“Seguire sempre il proprio cuore…” sussurrò un cavaliere sconosciuto che riposava all’ombra di un albero.
Parzival restò colpito da quelle parole e da colui che le aveva così candidamente pronunciate.
Quel cavaliere era naturalmente sir Lancillotto.
Il ricordo di una delle tante letture a cui si era sottoposto per la sua preparazione a diventare Arciduca gli balenò alla mente proprio in quel momento.
Talia fissava la malinconica immensità di quella notte, mentre giocava con gli aloni che il suo respiro lasciava sul vetro della finestra.
Ad un tratto le foglie dei rampicanti che salivano dal verziere cominciarono a scuotersi.
La cosa stupì Talia, vista l’assenza del vento quella notte.
La ragazza allora si affacciò alla finestra.
“Dovresti rientrare ed andare a letto, milady…” disse all’improvviso Icarius sbucando quasi per magia in mezzo a quei rami “… visto che la Luna sta reclamando il firmamento tutto per sé stanotte… a meno che, invece, tu non decida di gareggiare con lei e venire con me giù nel giardino…” sorrise e le fece l’occhiolino.