Pasuan fece salire Dafne in sella al suo cavallo per ritornare poi a casa.
Ma il cavaliere non riusciva a non pensare a quelle parole dette poco fa dalla ragazza.
Ad un tratto spronò il cavallo, facendo aumentare di colpo la sua andatura.
Il destriero, sotto la pressione degli speroni di Pasuan, galoppava sempre più velocemente nel fitto bosco, spaventando non poco Dafne.
“Hai paura? E di cosa? Non dovresti!” Disse con rabbia Pasuan. “Una caduta, una tagliola messa da qualche bracconiere, o il cavallo azzoppatosi all’improvviso e rivedresti all’istante il tuo Friederich!” Urlò in quella folle corsa. “Non sei contenta? Potresti così vivere per sempre nel tuo passato, tra le tue illusioni!”
E più gridava, più i suoi speroni penetravano nelle carni del cavallo, spingendolo a correre senza meta tra gli alberi ed i rovi.
“Alza lo sguardo, Dafne!” Con rabbia Pasuan, mentre lei si stringeva impaurita al petto del cavaliere. “Guarda davanti a te! Non vedi? Non senti? Sono i tuoi fantasmi che gridano nel vento! Ti stanno chiamando, di cosa hai paura? Di cosa? Di morire? E perché mai? Chi vive nel passato è comunque morto! Morto, capisci? Morto!”
Giunsero dall’altra parte del lago e Pasuan arrestò quella folle corsa proprio a pochi passi da quelle acque.
Il cavallo chinò la testa per bere, mentre Dafne restava stretta a Pasuan, ancora sconvolta per lo spavento.
Il cavaliere invece fissava con rabbia le limpide e calme acque del lago, mentre il Sole cominciava a diffondere su di esse meravigliosi riflessi dorati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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