Icarius fu aiutato dai suoi servi e dalle ancelle a prepararsi.
Era vestito con una lunga giubba color bosco, stretta in vita da una larga cintura di un marrone più chiaro.
Le maniche si aprivano mostrando una raffinata fodera scarlatta ed un mantelletto gli scendeva fino alle ginocchia.
Sotto la giubba sbottonata indossava un’attillata camicia scarlatta e pantaloni dello stesso colore della giubba, racchiusi, all’altezza del ginocchio, da raffinati stivali di cuoio.
“Siete perfetto, milord!” Disse entusiasta una delle ancelle.
“Dite che sarà pronta lady Talia?” Chiese lui mentre si specchiava.
“Beh, le dame amano sempre far aspettare i propri cavalieri, milord.” Fece un’anziana servitrice.
“Lord Rauger, che Iddio l’abbia in Gloria, soleva sempre dire che un uomo deve scegliersi una donna per la quale valga sempre la pena aspettare.” Disse il sarto di corte, mentre dava gli ultimi accorgimenti all’abito del suo signore.
“Va bene cosi!” Esclamò Icarius impaziente. “Voglio vederla!”
Il sarto sorrise guardando l’anziana servitrice.
Uscì allora dalla sala, diretto verso la stanza di Talia.
Bussò ed attese.
“Avanti.” Disse una serva dall’interno.
Icarius entrò e subito davanti ai suoi occhi apparve ciò che cercava.
Talia, di delicate proporzioni, stava in piedi al centro della stanza accanto ad uno specchio.
La sua carnagione era squisitamente chiara, gli occhi scuri e luminosi, meravigliosamente adagiati sotto sopracciglia delicatamente accennate, che conferivano a quello sguardo vispo una vivace espressione di arguzia e perspicacia.
Sulla bocca era impresso un solare sorriso, segno questo della decisa attitudine che avevano quelli del suo popolo di vivere gai e spensierati.
Un sorriso però che non trasmetteva quella sensazione di leggerezza e superficialità, come in molte di quelle dame che usavano frequentare le varie corti del regno, o quell’insipida sfrontatezza delle donne che amavano mostrarsi troppo sicure di sé.
Il suo sorriso era invece gioviale, soave e sembrava capace di raggiungere il cuore di chiunque si fosse fermato a contemplarne la luminosità.
I lunghi e lisci capelli, di una sublime tonalità mista tra un intenso castano ed un delicato biondo, erano accomodati con naturalezza da un prezioso diadema e scendevano leggeri, intrecciati alle estremità da fili di perle, lungo le graziose spalle della principessa di Sygma.
Nessun artificio avrebbe potuto rendere più bello ciò che la natura aveva fatto su quella creatura.
Al collo portava una catenina d’oro che terminava con un medaglione nel quale, come i lettori ben sanno, era racchiusa l’immagine del suo fortunato sposo.
Indossava una veste di pregiata seta del colore del cielo di Primavera, attraversata da leggeri disegni di un bianco purissimo, dalla quale scendevano con grazia ed armonia lunghe maniche di esotico gusto.
Riflessi di un intenso nero bordavano le estremità di quelle maniche, nelle quali erano ricamati foglie e fiori stilizzati.
Anche la parte posteriore della veste era di quel deciso nero, che conferiva al suo portamento un contegno orgoglioso ed altero, ma solo appena accennato, tanto da non richiamare eccessiva attenzione per questa sua caratteristica.
Il davanti del vestito era invece di un azzurro più pallido e tenero, che donava ancora più splendore alla sua carnagione di stilnovistico candore.
“Sei bellissima…” sussurrò Icarius a quella visione “… vieni, ti prego…” porgendole la mano “… voglio mostrare al mio popolo il più prezioso tesoro di queste terre…”
E seguiti da un lungo corteo i due sposi raggiunsero il grande balcone che dava sul cortile ormai gremito in ogni angolo.
E nel vederli il popolo esultò di gioia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
Ultima modifica di Guisgard : 20-05-2011 alle ore 03.13.52.
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