Dove la ridente campagna capomazdese aveva ormai ceduto il posto al rigoglioso e selvatico bosco, all’ombra di collinette che anticipavano i monti del nord, era sparso il borgo vecchio.
Questo stretto ed isolato lembo di terra, tra il bosco e le pendici dei monti, fu un tempo abitato da un gruppo di fuggiaschi longobardi che giungevano forse da est, forse da ovest e parlavano una lingua infarcita di germanismi e cadenze latine.
Secondo qualcuno erano in fuga dai normanni, secondo altri si erano rifugiati qui per erigere un gastaldato e controllare l’entroterra da possibili attacchi ad opera dei greci d’oriente.
Molto probabilmente, visto lo stato e le strutture delle murature più antiche, la seconda ipotesi è forse quella più vicina alla realtà.
Questo villaggio, costruito con uno stile tipicamente militaresco, almeno in origine, oggi appariva pittoresco e suggestivo, con il suo aspetto essenziale e spoglio di stravaganze e pomposità, come lo erano invece gli edifici più importanti di Capomazda.
Gli abitanti, dopo questi secoli, erano ormai rimasti fedeli alla staticità di questa terra, sulla quale erano giunti come un gregge di pecore spinto dal freddo verso pascoli più miti.
I lettori, per il loro piacere, si lasceranno guidare da chi ha visto questo angolo del ducato e ne conosce l’incanto, pastorale ed idilliaco, per entrare nella festività che ora scuote il borgo vecchio.
La nostra attenzione è verso una casa non troppo grande, bizzarra e consumata dal tempo, a cui il Sole di queste terre ha donato quel tenero e riposante colore che acquista la terra brulla durante le calde estati.
“Questa è la casa che ci ha indicato quell’uomo…” disse Icarius a Talia.
Su una vecchia panca che scricchiolava ad ogni minimo sussulto c’era un omino anziano e dai tratti grotteschi, intento a cucire un vecchio straccio, a cui la sua maestria avrebbe donato lo status di costume.
“Buonasera, buon uomo…” salutò Icarius.
L'uomo smise per un attimo di cucire e sorrise ai due sposi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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