Il Sole filtrava, a stento e malinconico, dalle nubi che velavano il cielo, rendendolo sfocato e sfuggente.
Un lieve chiarore si posava stancamente sulle cime più alte che sorgevano in lontananza, dando l’immagine di un mondo distante dai tratti favolosi.
Un mondo che ai due appariva però irraggiungibile, imprigionati com’erano in quella tragica esistenza, fatta di paure, inganni, sangue e morte.
“Un altro giorno…” disse Gouf con una voce che sembrava voler morire su quelle stesse labbra “… e ad ogni giorno segue una notte…”
Un lampo attraversò i suoi occhi che donò a quel volto un’espressione enigmatica.
“Io di te non so quasi nulla…” mormorò fissandola “… tutto mi dice che non dovrei fidarmi di te e che invece dovrei ucciderti… questo viaggio potrebbe benissimo essere una trappola… ma non ho paura di morire e dovresti saperlo… la morte, alla fine, è una liberazione… e forse vorrei davvero che la mia morte avesse il tuo volto… solo così essa potrebbe raggiungermi senza alcuna resistenza da parte mia…”
Accennò quasi un sorriso.
Un sorriso enigmatico, come quel loro viaggio.
“La mia giovinezza, il mio passato…” aggiunse “… è costellato da fantasmi, demoni… come quello di tutti… e forse anche tu provieni da quel passato… forse sei anche tu uno di quei fantasmi…”
Finalmente la brughiera sembrò ritrarsi, lasciando spazio ad un rigoglioso bosco, nel quale sorgeva una tenera collina sulla quale il Sole con i suoi raggi disegnava un borgo che si adagiava su quei pendii come un vecchio addormentato.
Era il Poggio del Sole.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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