Gouf ascoltò Melisendra senza dire nulla.
Attese poi, dopo che lei ebbe bussato, che qualcuno si presentasse per riceverli.
Ad un tratto qualcuno aprì la porta.
Era una donna non più giovanissima, dagli occhi chiari ed i lineamenti che, nonostante l’età, mostravano una raffinatezza ed una grazia non comuni.
La donna, riconoscendo Melisendra, si illuminò di un profondo sorriso, per poi, un attimo dopo, fissare con curiosità il cavaliere che l’accompagnava.
“Voi? Non vi attendevamo…” disse la donna visibilmente emozionata “… come mai? Oh, ma che sciocca, entrate, milady…”
La donna fece entrare Melisendra ed il cavaliere, per poi ospitarli in casa, in un’ampia sala preceduta da una saletta quadrangolare.
Un attimo dopo li raggiunse un uomo anziano ma dal portamento fiero.
L’uomo salutò i due ospiti e prese posto con loro intorno alla tavola.
“Come mai siete qui, milady? Domandò Adele a Melisendra.
Ad un tratto si udì una voce provenire dal cortile ed apparve un bambino che giocava con la sua spada di legno.
Correva agitando la sua spada e spaventando i piccioni che scendevano nel cortile.
Correva e saltava scimmiottando le movenze dei cavalieri, fino a quando arrestò la sua corsa davanti alla sala che ospitava tutti loro.
E restò immobile ed in silenzio a fissare Melisendra.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|