Gli sorrisi. Era straordinario averlo così vicino.
"Oh, lo so che sogni parecchio... e che da qualche tempo non sono semplici sogni..." gli dissi, osservando il pozzo con attenzione. "Forse il drago dorme... oppure ha paura della tua spada."
In fondo al cuore mi domandai per quale ragione tutti gli esseri di sesso maschile che avevo conosciuto in vita mia fossero così bellicosi. Avevo sperato che Uriel non dimostrasse interesse per quel genere di cose... ma non si può andare contro natura.
"Sono qui perché mi mancavi molto, Uriel. Io sono Melisendra, ma forse te lo hanno detto. L'ultima volta che ti ho visto eri molto piccolo e non te ne ricorderai... ma non c'è giorno che io non pensi a te."
Mi sedetti vicino a lui, sui gradini del pozzo.
"So che sei un bravo bambino... e so anche che ogni tanto riesci a sentire cose un po' speciali, come quei sogni..." gli sorrisi e presi la sua mano. Al contatto lasciai fluire lievemente un po' delle mie energie. Stavo accarezzando la superficie dell'acqua, come una piuma. Sentii che qualcosa si agitava, lì sotto. Qualcosa di molto simile a me. "Non sei il solo..." lo guardai negli occhi. Quegli occhi scuri e sorpresi, curiosi e tremendamente meditabondi. Profondi. Ingenui.
Sentii una flebile risposta, una specie di sorriso.
"Sai, il mio amico è un cavaliere, forse può insegnarti come si stana un drago!" Sorrisi a Gouf, che mi sembrava un po' frastornato.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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