Per un attimo un brivido mi percorse la schiena, quando vidi Gouf sporgersi sul pozzo stringendo Uriel. Scacciai quel cupo pensiero.
Sorrisi nel vederli insieme. Gouf sembrava un po' impacciato e mi accorsi che Uriel guardava con bramosia la spada appesa al suo fianco. A quanto pare non c'era scampo dal proprio destino.
Mi ero spesso augurata che Uriel coltivasse un'inclinazione più meditativa, avrei perfino accettato, in un futuro, di vederlo intraprendere una vocazione religiosa... ma sentivo che non sarebbe mai successo. Percepivo una vitalità e una determinazione molto forti, una mente acuta, forse fin troppo.
Stando così vicino a lui avevo sentito che il suo dono si era svegliato, forse precocemente, non ricordavo di aver mai usato i miei poteri a un'età tanto giovane. A dispetto di quell'aria timida, sentivo che stava già apprendendo come usarli.
Mi augurai che la disciplina insegnatagli nella casa di Sir Geoffrey e Adele fosse stata tanto forte da impedirgli di sperimentare i suoi poteri in modo indiscriminato. Perfino io avevo una sorta di rispetto quando mi accostavo ai pensieri e alla mente delle persone.
Uriel rise e io mi distrassi da quei pensieri.
Gli sorrisi e mi avvicinai a lui. Gli sfiorai la fronte, scomponendogli ulteriormente i riccioli.
Guardai Gouf negli occhi, cercando di indovinare cosa provasse, in quella marea di nuove sensazioni.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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