Gouf fissò Melisendra negli occhi.
Occhi bellissimi, di un verde luminoso e profondo.
Erano lì, l’uno accanto all’altra, col piccolo Uriel tra loro.
Gouf la guardò senza dire nulla, ma solo accennando un lieve sorriso.
“Come è grande questa spada!” Disse il bambino toccando l’arma di Gouf. “Hai una spada perché sei un cavaliere, vero?”
Gouf lo guardò annuendo.
“Come si diventa cavaliere?”
“Perché vuoi saperlo?” Domandò Gouf al bambino.
“Perché da grande voglio diventare anche io un cavaliere…” rispose Uriel “… come te…”
Gouf allora estrasse dal cinturone un bellissimo pugnale.
Aveva sull’impugnatura lo stemma del gufo.
Lo adagiò sul terreno e vi posò sopra una massiccia pietra.
“Ecco…” indicando quella pietra “… verrai qui ogni giorno e cercherai di spostare questa pietra per recuperare il pugnale… e quando sarai abbastanza forte per riuscirci, potrai definirti pronto.”
Uriel lo fissava rapito.
“E quando porterai quel pugnale davanti ad un re, stanne certo che sarai proclamato cavaliere.”
Il bambino sorrise e fissò incantato quella pietra, sotto la quale si nascondeva quel meraviglioso pugnale.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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