Adele prese con se il piccolo Uriel e ritornò in casa.
Il bambino si voltò più volte per sorridere a Melisendra ed al cavaliere che era con lei.
Un vento asciutto, improvvisamente, si alzò dalla campagna circostante ed attraversò, per un attimo, il Poggio del Sole, lasciando dietro di sé un sinistro eco d’inquietudine.
Ad un tratto due mani strinsero le spalle di Melisendra, quasi destandola dalle sue angosce.
Gouf non disse nulla, ma la fissò negli occhi per un istante che sembrò infinito.
I suoi occhi neri e penetranti apparivano insolitamente caldi ed accoglienti, quasi a voler avvolgere e proteggere lei e tutto il suo mondo.
Quel soffio di vento improvviso e spettrale gonfiò per un attimo il mantello di Gouf, per poi racchiudere in esso il cavaliere e la sua donna.
Ed in quel breve ed etereo istante Melisendra si sentì, forse per la prima volta in vita sua, al sicuro da tutto e lontana dal male che da sempre l’aveva perseguitata.
“E’ quasi buio ormai…” disse lui “… te la senti di ritornare al castello, o preferisci che prendiamo una stanza per la notte?”