Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 01-06-2011, 22.52.49   #1061
Melisendra
Cittadino di Camelot
 
L'avatar di Melisendra
Registrazione: 27-02-2011
Residenza: Dai boschi nebbiosi
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Melisendra sarà presto famoso
Infilai rapidamente la porta e mi calai il cappuccio sul volto. Una volta in strada seguii una strada che mi avrebbe condotta là fuori dalle mura del borgo, nell'oscurità di un mondo che l'uomo non dominava. Camminai nel sottobosco, in mezzo all'erba umida, scostando i rami che mi impedivano il cammino e inzuppandomi l'orlo della veste.
Mi trovai presto circondata dal bosco. Una civetta lanciò il suo grido poco lontano. La luce della luna filtrò attraverso le foglie degli alberi e ne disegnò il profilo. Qualche movimento tra le fronde mi faceva indovinare la presenza di piccoli animali, mentre in lontananza un lupo ululò.
"Dove siete?" Bisbigliai.
Il vento scostò le fronde e mi aprì un varco. Seguii quel sospiro e giunsi in mezzo a una radura coperta di felci, in cui l'odore del muschio umido era così intenso da stordirmi.
"Mi sentite?" sussurrai nuovamente. E tutto intorno a me tremò. Mi sentii avvolgere, tirare e accarezzare, mentre il vento faceva fremere le felci come un mare in tempesta.
"Avrete ciò che chiedete..." sussurrai, sollevando un pugnale, pronta a scalfirmi la mano e far sgorgare quello che più li allettava. "Ma prima mostratevi."
Intorno a me il buio si strinse e balenò la luce. Una danza di luci, di fuochi azzurri. Il loro calore non bruciava. Danzavano in attesa della loro soddisfazione, quasi festosi, ma non dovevo ingannarmi, potevano diventare malevoli in un lampo.
Uno di questi sfiorò il mio viso, un altro lambì una mano. Stavano giocando.
Mi punsi appena e sgorgò una goccia, che cadde sul terreno. Le luci vi si precipitarono.
"E ora scatenatevi... chiamatelo! Fatelo venire da me!" gridai, pungendomi nuovamente e facendo scendere altre gocce. La pietra appesa al mio collo brillò nel buio.
I fuochi si scatenarono, mentre nell'aria echeggiavano risate d'ogni genere che sembravano portate dal vento. Le felci si agitarono fameliche mentre le luci continuavano la loro danza folle. Non c'era malvagità, non si preoccupavano di nulla, nè del bene, nè del male, solo di se stesse.
A un certo punto si posarono, quasi quiete, curiose tra le felci, illuminando flebilmente la notte e lambendo l'aria con le loro fiammelle.
Il cuore mi batteva forte. Strinsi il pugnale e lo tenni al mio fianco.
Osservai l'oscurità, ogni movimento della vegetazione che mi circondava. Il vento mi portò sensazioni conosciute e un tempo temute. La paura era scomparsa.
"Dove sei?" sibilai. "Dove sei, maledetto bastardo?" Mi scostai il cappuccio dalla fronte e sentii la mia voce echeggiare nella notte.
Qualcosa si muoveva, qualcosa era stato chiamato e presto sarebbe comparso davanti ai miei occhi, impalpabile come una nebbia sottile. Non avrebbe potuto nuocermi. I fuochi mi si strinsero intorno, come una barriera.
"Rispondi!!" Gridai furiosa. "Lo so che mi senti! Rispondi!"
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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