Gouf la fissò Melisendra per alcuni istanti senza dire nulla.
“Perché sei venuta qui? Quel bambino non ha bisogno di te…” disse poi Gof “… a lui occorre una madre che lo curi, che lo protegga, che lo ami… non una come te, capace solo di metterlo in pericolo… sei venuta dunque fino a quaggiù per coinvolgerlo nei tuoi incanti? Una gatta sarebbe miglior madre di te!” Aggiunse con disprezzo. “Non avevi il diritto di entrare così nella sua vita… dovevi portargli amore e gioia, non le tue stregonerie… lascia questo luogo e torna nelle strade, a compiacere e servire i potenti ed i malvagi che fino ad ora ti hanno offerto protezione e ricchezza… va, torna da loro e ripagali con l’unica cosa che possiedi… dona loro il tuo corpo e la tua bellezza… vattene, perché non hai il diritto di far soffrire quel bambino…”
Un eco sordo ed inquieto sembrò ingoiare le parole di Gouf, mentre i suoi occhi neri e vivissimi si confondevano con le tenebre che avvolgevano entrambi.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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