Lo guardai precedermi. Rallentai il passo e respirai nuovamente l'aria della notte. Ogni respiro sembrava purificarmi da tutte quelle sensazioni di rabbia che mi avevano accecata prima.
Qualche stella brillava sopra di me.
Svoltai nel vicolo della locanda e vi entrai. Salii nella camera e silenziosamente aprii la porta.
Mi sfilai il mantello e mi pulii versando acqua fresca da una brocca. Iniziai a slacciare i lacci della veste. Ero un po' infreddolita.
Mi avvolsi in una coperta che era adagiata sul letto e improvvisamente lo sconforto mi investì come un uragano. Iniziai a piangere.
Grosse lacrime scendevano lungo le guance e io non riuscivo a fermarle. Frenai i singhiozzi, ma le lacrime continuavano ad annebbiarmi la vista. Strinsi le ginocchia al petto e chinai il capo.
Appoggiai la testa tra le mani e cercai di scuotermi di dosso la tristezza, la stanchezza.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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