I sogni.
Arcani portali in perenne bilico tra noi stessi e l’infinito, tra i meandri del nostro essere e l’assoluta essenza del Creato.
Melisendra si svegliò di soprassalto.
Un forte senso di paura e d’inquietudine si erano impossessati di lei.
Rivedeva le sofferenza di un tempo, il male subito.
Ma anche il volto del suo bambino.
E l’angoscia, mista a vivo terrore, aumentò.
Ad un tratto la porta si aprì e qualcuno entrò nella stanza.
Era buio e Melisendra vide una sagoma muoversi in quelle tenebre.
Fino a quando attraversò l’alone lasciato dalla Luna.
E riconobbe quegli occhi neri e luccicanti di un’inquieta luce e quel pallore mortale sul viso.
“Ah, sei qui…” disse quasi con indifferenza Gouf, slacciandosi il mantello e lasciandolo cadere sul letto “… pensavo fossi già entrata nel letto di Ivan de Saint-Roche…”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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