Citazione:
Originalmente inviato da Melisendra
VI ringrazio... anche se come esempio vi siete servito dell'unico uomo che non posso soffrire tra tutti gli eroi greci. Paride non solo fu sciocco, ma non combattè neppure degnamente durante la guerra di Troia, se non con l'aiuto di Apollo.
Naturalmente non mi arrendo..
[...]i giovani sbagliano così spesso e gravemente: che essi (nella cui natura è non aver pazienza) si gettano l’uno all’altro quando l’amore li assale, si spandono così come sono, in tutto il loro disordine, scompiglio e turbamento… [...]l’amore che consiste in questo: che due solitudini si proteggano, si limitino e si inchinino l’una innanzi all’altra. Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta, 1904
Per leggere la fantastica lettera vi allego questo link: http://habdia.wordpress.com/2010/07/...giovane-poeta/
Quello che apprezzo di Rilke è l'equilibrio tra la solitudine e il desiderio di amore. Penso che all'amore, se si parla di Vero Amore, non appartenga quella follia tipica delle passioni, quelle che bruciano e non lasciano nulla. Il Vero Amore, a mio avviso, non distrugge, ma protegge. Perciò non penso che Paride possa essere considerato un paladino dell'Amore.
Il sonetto di Shakespeare mi ha colpita davvero molto, era tanto tempo che non mi capitava di leggerlo. Posso tristemente affermare che purtroppo la maggior parte delle storie d'amore non sopravvive alla lontananza.
Quanto al vestito, mi auguro che ciascuno di noi riesca a trovare quello che gli calza a pennello! Prima di trovarlo, però, bisogna provarne molti... a meno di non avere molta fortuna! Personalmente inizio ad affezionarmi alla nudità.  In fondo è così che nasciamo. 
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Vedo che non desistete… c’è una Clorinda in voi
Non amate Paride, milady?
Qualcuno in passato, ad Alessandria e a Pergamo, sarebbe stato d’accordo con voi

Io invece credo che Paride sia un perfetto esempio, tanto caro alla letteratura di ogni tempo, di “servo d’amore”, nella stessa maniera in cui lo sono Lancillotto, Tristano, Erec e tanti altri.
Un personaggio, cioè, che vive per un suo scopo e per una sua storia, spesso una storia nella storia, quasi indipendente da tutto il resto.
Un personaggio capace di piegare agli effetti del suo destino e della sua passione eventi e situazioni grandiose, insieme alle sorti di tutti gli altri personaggi che lo circondano.
Cosa sarebbe la Tavola Rotonda senza l’amore tra Lancillotto e Ginevra?
Nulla, poiché tutti i grandi eventi che ne segnano la storia sono influenzati da quell’immortale passione, partendo dalla Mistica Ricerca del Santo Graal, fino all’esistenza stessa di quella nobile compagnia.
E lo stesso, ovviamente, si può dire delle sorti di Troia rispetto all’amore di Paride ed Elena.
Ma ora sono curioso… chi è dunque il vostro eroe mitico preferito (chissà che nel saperlo io non tragga un qualche vantaggio in questa nostra tenzone letteraria sull’amore

)?
Molto bella la lettera che avete riportato, milady (sono di nuovo vostro debitore!).
E sono daccordo che la passione che divampa, annienta, brucia e consuma non è amore.
Né tanto meno quello vero.
E’ l’infatuazione che obbedisce, spesso, a questi canoni.
Trovo estremamente interessante quella lettera di Rainer Maria Rilke, anche se il binomio Amore e Solitudine combinati vanno adoperati con attenzione, senza ambiguità.
Quanto al sonetto di Shakesperare, eh, che altro aggiungere… la lontananza ed il tempo sono da sempre le più ardue prove che il vero amore si è ritrovato ad affrontare… ma superate quelle, non vi sono più ostacoli alla felicità ed alla gioia.
Quelle vere, che durano per sempre.