Esasperatamente tenace…
Beh, devo dire che, restando nei miti e nei romanzi, siete in ottima compagnia, basti ricordare, oltre alla già citata Clorinda, Dafne, Psiche, Medea, Armida, tutte eroine che hanno fatto della tenacia il segreto della loro fama!
Vediamo allora se io riesco a stare alla pari con i vari Tancredi, Apollo, Amore, Giasone e Rinaldo per ribattere colpo su colpo alle vostre tesi
Su Paride, milady, siamo in linea di massima d’accordo se analizziamo il personaggio in sé, ma sotto l’aspetto concettuale del suo ruolo non c’è lobotomia che tenga
Ulisse dunque è il vostro eroe preferito!
Anche qui sono d’accordo, è di gran lunga anche il mio fra tutti quelli presenti tra l’Iliade e l’Odissea.
E a questo punto mi verrebbe da chiedere la vostra eroina preferita, che, non so perché, ma non credo sia Penelope
Devo dire che ci state deliziando con queste interessantissime letture che usate come dardi per le vostre tesi
Molto bello questo passaggio…
CIRCE: Ah sono davvero una stupida. Qualche volta dimentico che noialtre sappiamo. E allora mi diverto come fossi ragazza. Come se tutte queste cose avvenissero ai grandi, agli Olimpici, e avvenissero così, inesorabili e fatti di assurdo, d’improvviso. Quella che mai prevedo è appunto di aver preveduto, di sapere ogni volta quel che farò e quel che dirò – e quello che faccio e che dico diventa così sempre nuovo, sorprendente, come un gioco, come quel gioco degli scacchi che Odisseo m’insegnò, tutte regole e norme ma così bello e imprevisto, coi suoi pezzi d’avorio. Lui mi diceva sempre che quel gioco è la vita. Mi diceva che è un modo di vincere il tempo.
LEUCOTEA: Troppe cose ricordi di lui. Non l’hai fatto maiale nè lupo, e l’hai fatto ricordo.
CIRCE: L’uomo mortale, Leucò, non ha che questo di immortale. Il ricordo che porta è il ricordo che lascia. Nomi e parole sono questo. Davanti al ricordo sorridono anche loro, rassegnati.
La metafora del gioco riportato alla vita mi è molto cara.
Di Lancillotto e Ginevra si potrebbe scrivere ancora per secoli.
Io credo che l’amore adultero è quanto di più lontano ci sia dall’Amor Cortese e dai suoi canoni.
Io non vedo tradimento in loro due, al di là del tipo di rapporto che hanno avuto nella loro storia.
Goffredo di Strasburgo scriveva nel suo celebre Tristano e Isotta che ad essere tradito sarebbe stato solo Amore se i due amanti di Cornovaglia non si fossero amati.
E la stessa cosa, credo, si possa dire per Lancillotto e Ginevra