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Vecchio 09-06-2011, 05.50.43   #3448
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Voi tediarmi, milady?
Vi prego, non prendetevi gioco di me

Su Paride cosa facciamo?
Si resta ognuno sulle sue posizioni?
Perdonatemi, ma sin da piccolo ho sempre odiato i cartoni animati ed i film che non si chiudevano con un finale risolutivo e definitivo…. anche se oggi comprendo che di questo se ne fa necessità e virtù…

Secondo me poi, su Paride, intendiamo due aspetti differenti.
Cassandra.
Bellissimo personaggio (anche se, in tutta sincerità, mi ricordate un'altra eroina).
Con Cassandra mi lega una certa cosa che, ahimé, ho finito col detestare… ma tant’è!
Molto intrigante quanto dite su Ulisse e Penelope.
Anche io credo che lei sia una delle eroine più forti.
Modello assoluto di virtù (vi prego, non mettiamo in dubbio la sua lealtà, o dovremo riscrivere la storia ) e degna regina che fino all’ultimo si batte contro tutto e tutti.
Io penso che per fare ciò che ha fatto lei occorrano due cose: un amore ed una fede incrollabili verso il marito.
Senza di lei il più famoso e grandioso “ritorno a casa” della letteratura greca perderebbe il suo punto di forza e, forse, la sua ragione d’essere.
Si, i due personaggi, Ulisse e Penelope, hanno due dimensioni differenti ma complementari.
L’uno non esisterebbe però senza l’altra, anche se si realizzano a “distanza”.
Diciamo che ognuno legittima l’altro.

Perdonatemi, ma sulle altre celebri coppie non sono d’accordo con voi.
O almeno non del tutto.
Elena e Paride a parte, Lancillotto e Ginevra, come Tristano e Isotta, ma anche Rinaldo e Armida, Tancredi e Clorinda, sono mondi differenti che convergono.
Guardate le loro storie con attenzione e scorgerete come l’individualità predomini in molti momenti delle loro avventure.
Lancillotto, proprio per fuggire dalla sua proibita passione, si rifugia nel bosco per buona parte della sua permanenza a Camelot, senza dimenticare che la sua più celebre avventura, che lo porterà poi a salire sulla Carretta dell’Infamia, sarà ambientata nella mitica Gorre, dove Ginevra sarà una figura lontana, da raggiungere e liberare, un pò, con le dovute differenze, come i mitici coniugi di Itaca.
E volendo, si potrebbe fare un discorso simile anche con gli altri (anche Tristano e Isotta, purtroppo, passano buona parte della loro leggenda lontani, a parte il breve momento della grotta; e ancora più marcato può essere l’esempio di Rinaldo e Armida e di Tancredi e Rinaldo, anche loro forzatamente divisi per buona parte del poema).
Questi amori, come vedete, anche se dolorosamente conoscono comunque la dimensione della lontananza dal cuore e proprio in questa si completano e si compiono nella loro superba perfezione.
Tuttavia, va comunque detto che nessuna storia d’amore, romanzata o reale che sia, è paragonabile ad un’altra.
E’ l’esclusività di Amore, come cantava il trovatore Bernart de Ventadorn (grande amatore ed ispiratissimo lirico!)
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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