Quella nuvola solitaria giunse a solcare il cielo e, per un istante, oscurò i raggi del sole che inondavano il cortile, il giardino e il palazzo in cui mi trovavo... e allora riuscii a distinguere ciò che aveva prodotto quel fastidioso riflesso.
Fu solo per un attimo che riuscii a vedere quelle due lunghe file parallele di lance disposte con cura, quasi come si fa con dei trofei. Vi era un elmo su ogni lancia e ciascuno di essi mostrava qualche ammaccatura o qualche lacerazione...
Fu un attimo, un colpo d’occhio... poi la nuvola passò oltre, velocemente com’era giunta, e di nuovo il sole tornò ad inondare ogni cosa con una luce potente e chiarissima, togliendomi di nuovo la possibilità di vedere.
Eppure quell’immagine non se ne andò dai miei occhi, la mia mente continuò a vederla anche quando non mi fu più possibile distinguerla e qualcosa in essa mi turbò profondamente...
Cos’era?
A chi appartenevano quelle lance? A chi erano appartenuti quegli elmi?
E chi era che ne faceva, con tanta disinvoltura, sfoggio?
Questi pensieri fecero tremare la mia anima e il mio cuore.
Voltai quindi le spalle alla finestra e, a rapidi passi, mi diressi verso la porta.
Shezan mi aveva detto che vi era qualcuno ad attendermi nel verziere... ebbene, sarei andata a quell’incontro, decisi. Desideravo delle risposte, desideravo sapere cos’era accaduto e accertarmi che niente di male fosse successo ad Icarius... ero preoccupata per lui, molto preoccupata: le sue grida, nella Pieve, erano l’ultima cosa che ricordavo chiaramente!
Mi accostai alla porta, presi un lungo respiro e abbassai la maniglia, spingendo il battente.
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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