Discussione: La Gioia dei Taddei
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Vecchio 14-06-2011, 02.18.45   #1284
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
L'avatar di Guisgard
Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La Luna, pallida ed incantata, rifletteva il suo alone d’argento su quello scorcio di giardino, disegnando magiche ed eteree espressioni sulle statue che lo abbellivano.
Il lento e malinconico suono dell’ocarina sembrava accarezzare l’incanto di quella notte che avvolgeva ed ammaliava ogni cosa, in uno scenario dominato dal sognante bianco e nero della Luna persa nel firmamento.
“Siete bravo a suonare quell’affare!” Disse il ragazzino avvicinandosi a Guisgard.
“Ah, sei ancora tu…” mormorò il cavaliere “… pensavo fossi tornato a casa…”
“A casa ormai non c’è più nessuno” fissandolo il ragazzino “e posso andare in giro come più mi piace.”
“Capisco…” annuendo stancamente Guisgard “… beh, credo dovresti andare ora… grazie ancora per avermi accompagnato ad assistere allo sclerale di quel cavaliere.”
“L’Arciduca è stato in gamba a batterlo, vero!”
“Già…” mormorò Guisgard.
“Io mi chiamo Gavron…”
“Piacere…”
“Siete bravo a suonare quell’affare.”
“Affare?” Replicò Guisgard fissando la sua ocarina. “Questa si chiama ocarina.”
Gavron sorrise.
“Ora vai… voglio restare da solo…”
“Io mi sento sempre triste quando sono da solo…”
“Da piccolo ti sembra così, ma da grande, vedrai, ricercherai un pò si solitudine.”
“Non credo.”
Guisgard saltò giù dal muretto dove si era sdraiato e si sgranchì le gambe.
“Dove andate ora?” Chiese il ragazzino.
“A cercare la mia ambita solitudine!”
“Posso accompagnarvi?”
“Ma dimmi un pò…” fissandolo Guisgard “… tu sai cosa vuol dire la parola solitudine?”
“Si, è quando si è tristi perché da soli!”
Guisgard scosse il capo.
“Ascoltami, piccolo…” avvicinandosi al ragazzino “… io sono un solitario di natura, chiaro? Amo sentire il fruscio degli alberi in un bosco deserto, o lo scorrere di un torrente tra ciottoli lisci e levigati in uno scenario vergine, cavalcare dove l’unica voce che odo è quella del mio eco, o…”
“Cosa vuol dire vergine?” Domandò Gavron.
“Cosa?”
“Avete detto vergine… cosa significa quella parola?”
Guisgard si massaggiò una guancia.
“Vergine vuol dire…”
“Si?”
“Vuol dire pura, incontaminata.”
“Ah, ho capito. Grazie.” Annuendo e sorridendo. “Mi fate ascoltare un’altra volta la vostra… ehm…”
“Ocarina.” Mormorò Guisgard. “Si, ma bada che sarà una ninna nanna però!”
“Sarebbe bello…” fissando il cielo Gavron “… la mamma me ne cantava una ogni notte… sapete, ora lei è in Cielo… lassù.”
“Si, è lassù…” fissando il cielo Guisgard ed accarezzando la testa del piccolo Gavron.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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