Una volta giunta alla locanda e accordatami con la padrona, mi chiusi la porta alle spalle e mi lasciai cadere su una sedia. Ero troppo impolverata per sedermi sul letto. Grazie al cielo non c'erano specchi che potessero mostrarmi la mia immagine.
Attesi pazientemente che una cameriera riempisse una tinozza e la aiutai a far scaldare l'acqua sul fuoco. Una volta lasciata sola e in ammollo nell'acqua calda mi sentii meglio.
Quel tepore mi confortò, anche se la freddezza di Gouf ancora mi feriva. Ma cosa potevo aspettarmi? Non ero stata migliore di lui.
A malincuore uscii dall'acqua calda e mi asciugai. Rimasi seduta accanto al fuoco, mentre le ciocche di capelli si asciugavano.
Una ragazzina arrivò per svuotare la tinozza e portare via i vestiti sporchi. Sistemai le mie cose, svuotando la bisaccia dei pochi vestiti che avevo portato con me.
Poco dopo mi infilai sotto le coperte.
Sperai in sogni tranquilli. Sperai di sognare mio figlio.
Sprofondai nel cuscino.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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