Il vento.
Fu un istante.
Quasi a scuotere l’incanto della notte.
Poi quel sibilo svanì nello stesso modo in cui era giunto.
Ma lasciò un eco.
Una melodia.
Malinconica, inquieta che sembrava sorgere dal vibrare delle foglie degli alberi e dai riflessi che la Luna lasciava sui fiori del verziere.
Quel suono proveniva dall’altra parte del giardino.
Da una figura adagiata sotto una delle marmoree statue che adornavano quel luogo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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