“Confuso con Paride? Uhm… lusingato del paragone, milady…” disse Guisgard “… peccato che non ci sia però nessuna Elena ad attendermi… e nessuno dei frutti che pendono da questi rami sembra in grado di accontentare le richieste di una dea…” sorridendo e fissando le albicocche che, sotto la luce della Luna, emanavano riflessi vermigli.
Restò a fissarla seduto ai piedi del gruppo marmoreo.
“Cosa ci faccio qui? Beh… perché adoro i bei posti quando sono al riparo dal chiasso diurno… e voi invece? Chi vi ha fatto arrabbiare a quel modo? Non mi direte che basta qualche statua… come l’avete chiamata? Ah, si… leziosa per farvi perdere così le staffe! No, dico che qualcuno vi ha fatto arrabbiare…” accennando di fischiettare alla Luna.
“Avanti, se promettete di non tirarmi altre pigne, potrò tentare una sorta di esperimento…” sorridendo con fare guascone “… il mio maestro di cortesia, alle cui cure mia madre mi aveva affidato, soleva dire che la musica, come la poesia, può dar vita ad ogni cosa… cosa dite, vogliamo provare con queste statue? Su, sceglietene una e vediamo se la mia ocarina riuscirà a sciogliere il freddo marmo che le riveste… e magari, chissà, anche a far svanire quel fare imbronciato che copre il vostro bel volto, milady!” E le fece l’occhiolino.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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