Lo scrutai, inarcando un sopracciglio.
"Non comprendo il vostro entusiasmo... ma penso che Paride le abbia detto le solite cose che gli uomini dicono alle donne e che le più sciocche ascoltano come se nessuno avesse mai detto cose tanto belle dall'inizio dei tempi. Invece gli innamorati si assomigliano un po' tutti... e cadono nelle medesime banalità."
Presi un frutto, lo spolverai lievemente con un lembo della manica e lo addentai, assaporandone la consistenza e il sapore dolce.
"Ecco... credo di essere stata più cinica di voi...", dissi come se fossi stata una bambina colta a commettere qualche marachella.
"Comunque non mi piacciono le guerre... nessuno è felice quando si combatte una guerra. Io invece voglio essere felice." Mormorai, addentando nuovamente il frutto.
"Una guerra combattuta per una donna è il modo migliore per offenderle tutte, le donna... e poi quando si ama qualcuno si fanno cose ben più interessanti dell'agitare una spada e correre ad azzuffarsi."
Osservai il nocciolo liscio del frutto che avevo in mano.
"Un frutto così bello e delizioso contiene un nocciolo altrettanto gradevole... e sono pronta a scommettere che sia velenoso."
Nell'aria c'era il profumo scaturito da quel piccolo pomo dai colori del sole. Mi era rimasto sulle mani. Giocherellai con quel nocciolo, tenendolo nel mezzo del palmo della mano.
"Ad ogni modo non temete per la vostra incolumità... nessuno si sentirà in dovere di sfidarvi a duello... ma sembra quasi che vi dispiaccia!" Sorrisi.
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Ama, ragazza, ama follemente... e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente.
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